L’Anpi si sente sotto attacco e prova a reagire. «Il 25 aprile a Roma è diventato l’occasione per discussioni pretestuose», si legge in un comunicato della segreteria nazionale. La polemica è con diversi interventi sulla stampa, schierati con la comunità ebraica romana e la sua scelta di non partecipare al corteo, dal momento che ci saranno le associazioni di amicizia con i palestinesi. Ma la polemica è anche con il Pd romano, che ugualmente si è tirato fuori. «Non è il corteo a essere divisivo, lo abbiamo proposto come unitario».

L’Anpi, romana e nazionale, non ha voluto neanche provare ad allontanare i palestinesi dal corteo. Per questo la presidente della comunità ebraica romana Ruth Dereghello ha detto che «non rappresenta più i veri partigiani». Ieri la segreteria nazionale a risposto «a nome dei combattenti per la libertà che rappresenteremo sempre». E ha spiegato che «chi intende disturbare al corteo sarà isolato, pur con i mezzi limitati dei quali disponiamo. Le partigiane e i partigiani che hanno combattuto al fianco delle brigate ebraiche nel Ravennate, con l’Ottava armata, non tollerano che a esse si manchi di rispetto, perché esse saranno presenti – lo auspichiamo – a pieno titolo».
Non sarà invece così, perché i rappresentanti della comunità ebraica romana ricordano i fischi e le contestazioni di cinque anni fa al loro spezzone. L’anno successivo furono invece rappresentanti della comunità e tentare di impedire ai palestinesi di entrare in corteo. Dal 2015 la comunità non partecipa più al corteo Anpi, che si conclude a Porta San Paolo (quest’anno con partenza dal parco della Montagnola). Ieri a sostegno di questa scelta è intervenuto il direttore del centro Wiesenthal di Gerusalemme, e ha firmato una lettera la presidente dell’unione nazionale della comunità ebraiche Noemi Di Segni: «Chi nega ai rappresentanti e discendenti della brigata ebraica il diritto di sfilare con serenità e sicurezza si pone fuori dalla storia», ha scritto. E ha accusato l’Anpi di incoraggiare «la partecipazione di gruppi e forze che furono totalmente estranei alla lotta contro il nazifascismo e addirittura esibiscono simboli e drappi un tempo al fianco di Hitler nel progetto di annientamento del popolo ebraico». Invece Gad Lerner, esponente di spicco della comunità ebraica, ha fatto pervenire la sua solidarietà all’Anpi «bersaglio di polemiche strumentali».

E malgrado ieri siano arrivati altri appelli, come quello della Cgil Roma e Lazio e della Cisl Lazio, a superare le divisioni e partecipare al corteo unitario dell’Anpi, la comunità ebraica di Roma ha rilanciato il suo appuntamento in via Balbo, dove un tempo era la sede della brigata, chiamando «tutti coloro che vogliono celebrare il 25 aprile con rispetto alla storia