Una fiera per promuovere la vita all’aria aperta. Così si presenta «European Outdoor Show» (Eos), la cui seconda edizione prende il via oggi a Verona. Ma la principale attrazione sono le armi da fuoco: «Armi e munizioni sportive saranno tra le protagoniste» assicurano gli organizzatori della kermesse, il Consorzio Armaioli Italiani e Pintails Srl. Ne presenterà un vasto campionario: dai revolver alle pistole, dai «black rifles» (i fucili semiautomatici tipo AR-15, i più usati per fare stragi dagli Usa alla Nuova Zelanda) alle doppiette, dagli snipers ai fucili per la caccia grossa. Il tutto mescolato tra canoe, kayak, canne da pesca per trote e storioni, tende da camping e scarponi da trekking. Come se tutto fosse uguale. Tutto per vivere all’aria aperta.

LA FIERA DI VERONA ha preso il testimone da Exa, la fiera che oltre trentanni è stata organizzata a Brescia, e soprattutto da HIT Show, il salone fieristico che si è tenuto a Vicenza dal 2015 al 2020, quello prediletto da Salvini sia come leader della Lega che come ministro degli Interni. Non a caso, come i suoi precursori, Eos si caratterizza nel panorama delle fiere di armi nei paesi dell’Unione Europea per essere l’unica manifestazione fieristica che associa tre peculiarità: espone tutte le «armi comuni» (da difesa personale, per il tiro sportivo, per la caccia, per corpi di sicurezza pubblici e privati, ecc.), consente l’accesso al pubblico generalista e anche ai minori purché accompagnati da un maggiorenne.

LE ALTRE FIERE NEI PAESI dell’Ue o sono fiere di settore (per la caccia, per il tiro sportivo, per le armi da difesa) oppure sono fiere riservate ai soli operatori professionali specializzati, come Iwa di Norimberga, a cui è espressamente vietato l’accesso al pubblico generalista e ai minorenni. «Più che un salone espositivo, “Eos” è una chiara operazione ideologica e di marketing per incentivare, anche in Italia, il possesso e la diffusione di armi», hanno commentato l’Osservatorio permanente sulle armi leggere (Opal) di Brescia e la Rete italiana pace e disarmo insieme alle associazioni del Comitato veronese per le iniziative di pace. In considerazione di queste anomalie, lo scorso anno queste associazioni hanno chiesto ai promotori della fiera Eos di implementare un Codice di responsabilità sociale d’impresa e un regolamento della manifestazione fieristica, ma niente è stato fatto.

IL SALONE APRE I BATTENTI in una settimana segnata dalle forti polemiche per la proposta del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari (Fratelli d’Italia) di «insegnare il tiro a segno nelle scuole». Proposta che sarebbe stata carpita durante una conversazione del sottosegretario con il consigliere militare della presidente del Consiglio, generale Franco Federici. E riportata dal quotidiano La Stampa. «Dobbiamo fare un tavolo per un progetto di insegnamento del tiro a segno nelle scuole», avrebbe detto Fazzolari al generale. Aggiungendo che «c’è tutta una rete di associazioni che si possono coinvolgere e mettere in contatto con il mondo delle scuole». Il sottosegretario ha prontamente smentito annunciando querele, ma La Stampa ha confermato quanto riportato dal giornalista nel suo articolo. La premier Giorgia Meloni, infastidita dalla polemica politica che ne è nata, a chi le chiedeva riguardo al tiro a segno nelle scuole ha risposto seccamente: «Mai pensato lontanamente». Per cui «il caso non esiste».

NON TUTTI SANNO CHE OGGI in Italia anche i minorenni possono praticare il tiro a segno con armi ad aria compressa già a partire dall’età di 10 anni. Ma anche con vere armi da fuoco già dai 14 anni con una semplice autorizzazione scritta da parte dei genitori. La pratica viene promossa dalle associazioni del settore perché favorirebbe la disciplina e l’autocontrollo. Ed è una pratica che, proprio recentemente, ha avuto forti incentivi. A inizio febbraio la Federazione italiana Tiro a volo (Fitav) ha infatti avviato il progetto «Care» (acronimo di «Cultura, autocontrollo, regole, emozioni») che si propone – guarda caso – di portare lo sport del tiro a volo negli istituti scolastici di primo e secondo grado, cioè nelle scuole medie e superiori. Finanziato da «Sport e Salute» nell’ambito degli «80 milioni per lo sport italiano» destinati alla promozione dello sport di base, il progetto – spiega la Fitav – ha come obiettivo «la formazione dei docenti di Scienze motorie, con il supporto della piattaforma Sofia» (Sistema operativo per la formazione e le iniziative di aggiornamento). Ma prevede anche «la formazione degli studenti degli Istituti scolastici di primo e secondo grado per avvicinarli allo sport del tiro al volo e la conseguente attivazione dei Campionati italiani studenteschi». Quelle, appunto che i minorenni possono imbracciare alla fiera di Verona.