«La partitura non è l’opera» scrive nel programma di sala Marco Angius, direttore della nuova interpretazione del Prometeo di Luigi Nono, andata in scena venerdì scorso nella chiesa di San Lorenzo, a Venezia: la stessa dove venne eseguito per la prima volta, diretto da Claudio Abbado, il 25 settembre del 1984. Lo si potrebbe dire di qualunque partitura musicale, perché essa condivide con il teatro il suo affidarsi all’esecuzione, non alla sola pagina; ma per il Prometeo di Luigi Nono, «tragedia dell’ascolto», questo vale in modo speciale. NON SE NE COMPRENDE appieno, infatti, non solo la bellezza musicale, ma il...