In qualsiasi supermercato i prodotti che sfoggiano il marchio della catena commerciale sono adeguatamente segnalati e hanno generalmente un prezzo più conveniente rispetto agli equivalenti «di marca» e di qualità analoga. Il motivo è semplice: si tratta di prodotti venduti senza intermediari e sui quali non vengono fatte costose campagne pubblicitarie, che si scaricano ovviamente sul prezzo finale.

La fantasia degli uffici marketing, tuttavia, è quasi infinita e riesce a ricavare qualche goccia di succo anche da un limone abbondantemente spremuto. Avrete osservato che anche tra i prodotti a marchio ci sono proposte differenziate e con prezzi sempre più invitanti. Al di là delle denominazioni amichevoli che fanno riferimento a sorrisi, premi, fedeltà, ecc., la domanda è sempre la solita: ma come fanno questi prodotti a costare così poco, se la qualità è apparentemente la stessa di quelli più costosi?

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In realtà non c’è nulla di misterioso e nemmeno di illegale, visto che tutto è dichiarato in etichetta. Almeno per chi voglia leggere: si scopre infatti che il latte di soia più vantaggioso è preparato con una percentuale inferiore di semi (magari non biologici), che i biscotti più convenienti sono preparati con olio di palma (meno costoso) e gli altri con olio di girasole o di mais e burro, ecc. Anche altri «giochetti» sono buoni per rendere meno evidente l’aumento dei prezzi degli alimentari. Uno dei più azzeccati, almeno dal punto di vista di chi produce e vende, consiste nel mantenere il prezzo stabile ma nel ridurre la quantità di prodotto presente nella confezione.

Anche qui è tutto legale, ovviamente. Ma chi è che va a controllare sull’etichetta del prezzo il peso al chilo o al litro, valore che chiarirebbe immediatamente la variazione all’insù dell’importo? Ecco allora che sugli scaffali compaiono barrette dolci che pesavano 45 grammi e che adesso non arrivano a 42. Anche le bottiglie di olio extra vergine d’oliva, un tempo esclusivamente da un litro, oggi sono spesso da 500 o da 750 ml. Soprattutto se si tratta di prodotti di fascia alta.

Lo stesso fenomeno si può osservare per le scatolette di tonno, passate in alcuni casi da 80 a 70 grammi, o per le confezioni di biscotti con prezzi e immagini simili ma di peso diverso, accostate sugli scaffali e quindi non chiaramente distinguibili. Attenzione e occhiali sul naso: non è tutto oro ciò che luccica.