Il presidente della Bbc, Richard Sharp, ha dato ieri le dimissioni. La mossa segue la pubblicazione dell’esito di un’inchiesta su un conflitto d’interessi che ne avrebbe potuto influenzare favorevolmente la nomina, oltre che evidenziare la sua, come dire, prossimità al governo in carica.

Nel 2020, Sharp, ex banchiere di Goldman Sachs – dove era capo dell’attuale primo ministro Rishi Sunak -, aveva facilitato un prestito di 800mila sterline all’allora finanziariamente malconcio predecessore Boris Johnson per poi dirgli che intendeva candidarsi alla carica di presidente della corporation prima di avanzare formalmente detta candidatura, suscitando qualche perplessità sulla trasparenza della manovra. Pare inoltre che di altri candidati non ce ne fossero, spalancando così un’autostrada alla presidenza Sharp come remunerazione per la di lui benigna intercessione.
Sharp è un altro che salta giù prima di essere spinto, come già successo la scorsa settimana con le dimissioni del vicepremier, nonché ministro della Giustizia, Dominic Raab. In un comunicato rilasciato ieri sottolinea di aver scelto di togliere l’incomodo per tutelare la Bbc, sebbene l’esito dell’inchiesta non abbia ravvisato nessuna trasgressione formale. La faccenda era stata resa nota tre mesi fa da uno scoop del Sunday Times. Resterà in carica fino a giugno, quando ne sarà nominato il successore.

È comunque troppo tardi per l’assai sviolinata indipendenza della Bbc, la nomina del cui presidente dipende peraltro dal… governo. Già sbugiardata dal caso Lineker di qualche settimana fa e complicata ulteriormente dall’antica familiarità tra gli ex banchieri Sharp e Sunak – che avrebbe avuto senz’altro qualche imbarazzo a dover congedare lui il proprio ex-boss. Almeno adesso i Tory la smetteranno di accusare la Bbc di affinità elettive con la «sinistra».