Un attore comico, un avvocato e una ex first lady sono i principali favoriti nelle presidenziali di oggi in Guatemala a cui concorrono 14 candidati. Oltre al presidente e al vicepresidente, i 7,5 milioni di aventi diritto eleggono 338 sindaci, 158 deputati al Congresso e 20 al Parlamento centroamericano. Secondo i sondaggi, Jimmy Morales – un comico di 46 anni che ha già provato a diventare sindaco di Mixco con il partito politico Acción de Desarrollo Nacional, finendo terzo – è dato al 25%. Corre per il partito di destra Frente de Convergencia Nacional. E’ famoso per il ruolo di Neto, un ingenuo cow-boy che diventa presidente per caso: quel che potrebbe capitargli nella situazione di crisi e di passaggio che sta vivendo il paese. Pur non avendo un vero e proprio programma elettorale, Morales ha superato nei sondaggi l’avvocato Manuel Baldizon sulle note della canzoncina: «Ni corrupto, ni ladrón». Nei suoi comizi, ha puntato su una battuta: «Per vent’anni vi ho fatto ridere, prometto di non farvi piangere se divento presidente».

Il partito dell’uomo d’affari Baldizon, Libertad Democratica Renovada (Lider, di destra), è stato coinvolto nel grande scandalo per le tangenti alle dogane detto la Linea: che ha portato prima alle dimissioni e poi in carcere l’ex presidente Otto Pérez Molina, a cui il Congresso ha tolto l’immunità parlamentare. Dopo essere stato a lungo in testa ai sondaggi, Baldizon – che ai comizi si è presentato col giubbotto antiproiettile dicendo di temere per la propria vita -, ora avrebbe il 22,9% delle intenzioni di voto. Per la sua campagna, non ha certo badato a spese: tanto che, il 7 agosto, il tribunale elettorale gli ha ordinato di sospenderla, avendo già oltrepassato i 6,8 milioni di dollari.

A Sandra Torres, 59 anni, ex moglie del presidente Alvaro Colom nel periodo 2008-2011, viene attribuito il 18,4%. Nel 2011, Torres ha divorziato dal progressista Colom per candidarsi alla presidenza, ma il Tribunale elettorale, che vieta ai famigliari del presidente di presentarsi, glielo ha impedito. Ora corre per la compagine socialdemocratica Union Nacional de la Esperanza (Une). In campagna elettorale, le destre l’hanno accusata di aver fatto parte della guerriglia durante la guerra civile che, tra il 1960 e il 1996 ha provocato circa 200.000 morti e scomparsi (ma lei ha negato). L’altra donna candidata – per il Partido de Avanzada Nacional (Pan, di destra) – è Zury Rios, figlia dell’ex dittatore Efrain Rios Montt, sotto processo per genocidio. La coalizione di sinistra – Partido Winaq-Urng-Maiz, che candida Miguel Angel Sandoval Vasquez con lo slogan «Nosotros Si Podemos», farebbe registrare percentuali minime. Nessuno però dovrebbe raggiungere i voti necessari per passare al primo turno (almeno il 45%) e il secondo si svolgerà il 25 ottobre. Intanto, alla guida del paese è andato il vicepresidente, l’ex magistrato conservatore Alejandro Maldonado. Governerà fino a gennaio del 2016.

In Guatemala, circa la metà della popolazione ha ritardi nella crescita a causa della malnutrizione, le rimesse degli immigrati negli Usa costituiscono oltre il 10% delle entrate e le organizzazioni criminali sono saldamente vincolate al sistema politico. Da cinque mesi, vi sono proteste contro la corruzione, dopo che la Commissione Onu contro l’impunità (Cicig) ha appoggiato le indagini della magistratura con 200 ufficiali per la sicurezza e 200 giudici: tutti stranieri e sostenuti da Washington che, nell’Alleanza per la prosperità ha investito un miliardo di dollari. La Cicig è stata creata nel 2006 per contenere il boomerang delle politiche di ingerenza Usa, e perseguire i «delitti commessi dai corpi di sicurezza illegali», ma si è progressivamente occupata di corruzione governativa.