Giusto il tempo di lanciare i giubbotti di salvataggio e il gommone si è afflosciato riempiendosi di acqua e scaraventando in mare quanti si trovavano a bordo: 105 migranti, tutti uomini e tra questi anche 29 minori, tra i quali uno di appena 5 anni e uno di 12. Sono il risultato dell’ultimo salvataggio, il quarto in pochi giorni, messo a punto dalla nave Ocean Viking di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere a 40 miglia dalle coste libiche. I volontari delle due ong fortunatamente sono riusciti a mettere tutti in salvo ma adesso a bordo della nave, che può ospitare al massimo 200/250 persone, si ritrovano in 356 e per quanto sia attrezzata per le emergenze la situazione rischia di diventare pesante.

Sommando i migranti salvati dalla Ocean Viking a quelli presenti sulla Open Arms, a questo punto salgono a 507 i migranti bloccati in mare dalla politica dei porti chiusi dell’Italia. «Una follia», per la ong spagnola giunta ormai al suo undicesimo giorno ferma in mare. «La stanchezza è tanto, ma non è solo fisica. E’ la consapevolezza della follia di questa situazione, stiamo parlando 160 persone fragili e bisognose di aiuto», spiegano i volontari. Ieri è stato completato il trasferimento a Malta di due donne con gravi problemi di salute e dei loro familiari, il che ha fatto scendere a 151 il numero sei migranti ancora a bordo. «Siamo con loro con il cuore, in bocca a lupo per le loro vite e il loro futuro», ha scritto sui social la ong.

Intanto Matteo Salvini continua con l’atteggiamento di sempre. «Più d 350 migranti a bordo di una nave norvegese di una ong francese e quasi 160 a bordo di una nave spagnola di una ong spagnola: ribadiamo l’assoluto divieto di ingresso di queste due navi straniere nelle acque italiane», ha ripetuto. «Aprano i porti di Francia, Spagna e Norvegia». Ma prosegue anche la mobilitazione degli attori. Dopo Richard Gere e Antonio Banderas, ieri è intervenuto a sostegno di Open Arms Javier Bardem. In un video il premio Oscar chiede al premier spagnolo Pedro Sanchez di intervenire perché i migranti che si trovano a bordo possono essere distribuiti in Europa «perché crediamo che sia necessario che un paese membro dell’Europa debba coordinare questo processo e riteniamo che la Spagna sia il più adatto perché è il Paese di origine della ong», ha spiegato Bardem.

Peccato che, almeno per ora, dall’Unione europea non arrivino segnali di nessun tipo. Pur essendoci stati dei contatti con gli Stati, un portavoce della Commissione europea ha spiegato infatti che non è stato avviato il coordinamento» perché «non c’è stata alcuna richiesta da parte degli Stati».

Che la politica del Viminale serva soprattutto a raccogliere consensi elettorali lo dimostra il fatto che mentre l’attenzione è concentrata sulle navi delle due ong, continuano gli sbarchi di quanti riescono a raggiungere le coste italiane autonomamente o con barchini che vengono lasciati al largo dalle navi dei trafficanti: 89 solo ieri in tre differenti sbarchi avvenuti Sciacca, in provincia di Agrigento, Lampedusa e Crotone.