A una settimana dall’abrogazione dell’ottavo emendamento della Costituzione della Repubblica d’Irlanda che vietava l’interruzione di gravidanza, e in attesa che venga proposta e implementata – probabilmente non prima di gennaio 2019 – una legge per regolare l’aborto, nell’altra parte dell’isola, quella ancora sotto la giurisdizione britannica, inizia a muoversi qualcosa.

L’Irlanda del Nord è l’unica regione del Regno Unito in cui non sia in vigore l’Abortion Act del 1967 grazie al quale donne inglesi, scozzesi e gallesi hanno accesso all’aborto in strutture pubbliche e private. Non è così per le nordirlandesi, costrette alla scelta se attraversare il Canale di San Giorgio e procurarsi, a loro spese, un aborto, o rischiare pene gravissime nel caso vengano scoperte a utilizzare la pillola acquistata illegalmente online.

La mattina del 31 maggio, fuori dall’Alta Corte di Belfast, un gruppo di femministe molto attive appartenenti ai movimenti Rosa e Women on the Wave, hanno inscenato una protesta simbolica, ma altamente significativa, che subito ha incontrato la repressione della Polizia del Nord Irlanda.

Dopo aver messo in funzione un mini robot – dalle fattezze simili al protagonista del cartone animato Pixar Wall-E – programmato per distribuire quella che è stato detto essere la famigerata pillola del giorno dopo, tre donne si sono prestate a deglutirla in pubblico prima di essere prelevate dalle forze dell’ordine per un interrogatorio.

Soltanto l’intervento di altre attiviste ha evitato che venissero arrestate, mentre lo sfortunato robot e le pillole rimanenti sono state sequestrate. Ciò a dispetto della circostanza addotta per cui apparentemente non si stava infrangendo alcuna legge, in quanto il robot era telecomandato nientemeno che dall’Olanda.

Dopo che la polizia ha allentato la presa sulle manifestanti, Eleanor Crossey Malone, rappresentante di Rosa, ha affermato di aver preso la pillola «come segno di sfida nei confronti di leggi estremamente fuori dal tempo e medievali».

Non essendo, l’assemblea parlamentare del Nord Irlanda, operativa da più di un anno, la questione se estendere a Belfast e dintorni la legislazione vigente nel Regno Unito è in totale stallo. Va segnalato, tuttavia, che nonostante le pressioni da più parti su Theresa May affinché intervenga direttamente promuovendo una legislazione in tal senso, i principali partiti unionisti continuano ad esser contrari a qualunque modifica della legge sull’aborto.

Ma anche molti esponenti di spicco della comunità nazionalista-repubblicana, punto di riferimento per i cattolici, si mostrano tuttora assolutamente ambigui a riguardo, se non palesemente scettici nei confronti di qualunque cambiamento della legge.

Allo stato delle cose, in Irlanda del Nord è possibile interrompere la gravidanza soltanto nei casi in cui sia a rischio la salute, fisica o mentale, della donna, ma non ad esempio a seguito di incesto, stupro o per anomalie del feto.

L’ultima decisione del parlamento di Stormont a Belfast in materia risale al febbraio del 2016, quando la proposta di allineare l’Irlanda del Nord al resto del Regno Unito per quanto riguarda l’aborto, fu fatalmente bocciata.