Domani Donald Trump lascerà la Casa bianca prima dell’arrivo di Joe Biden in una Washington trasformata in una zona di guerra. Nel fine settimana non ci sono stati scontri nelle capitali controllate da militari, polizia, elicotteri, recinzioni, posti di blocco.

A presentarsi alle proteste sono stati per lo più i membri del «Boogaloo Bois», un movimento estremista pro-armi e antigovernativo fissato con l’idea di una guerra civile imminente. Ad Austin, in Texas, sabato mattina un gruppo di miliziani in piena tenuta da combattimento si è dato appuntamento davanti al Campidiglio presidiato dalla Guardia nazionale texana, più che altro per una dimostrazione di forza muscolare.

Scene simili si sono svolte in Oregon, Ohio, Virginia. A Lansing, in Michigan, dove lo scorso autunno membri dei Boogaloo sono stati accusati di un complotto per rapire il governatore democratico, Gretchen Whitmer, ad andare davanti al Campidoglio sono stati circa una dozzina, stesso numero in Colorado.

Tutti questi episodi si sono svolti in città fantasma, dove per strada si vedono solo militari armati. Se tutto questo dispiegamento di forze è ciò che serve per non avere episodi di terrorismo interno da parte di un piccolo gruppo militarizzato di estrema destra, non sembra una gran vittoria della democrazia. Washington è ovviamente la città più controllata e le misure diventano sempre più restrittive mano a mano che ci si avvicina all’arrivo di Joe Biden e Kamala Harris.

I negozi sono chiusi e murati dal compensato, i posti si blocco sono rinforzati da recinzioni e controllati da auto blindate a guardia delle zone «verdi» e «rosse», una recinzione di sicurezza circonda i palazzi del potere e molti incroci sono bloccati da veicoli di grandi dimensioni per evitare attacchi attuati con automobili o furgoni.

I funzionari della Difesa americana hanno fatto sapere che l’Fbi sta esaminando il profilo di ognuno dei 25mila agenti della Guardia nazionale: uno dei timori è che possa arrivare un attacco terroristico dall’interno.

«Stiamo dando un secondo e terzo sguardo a ciascuno degli individui assegnati a questa operazione – ha detto il segretario dell’esercito Ryan McCarthy – I membri della Guardia stanno anche ricevendo una formazione specifica su come identificare potenziali minacce interne».

I 25mila membri della Guardia nazionale in arrivo a Washington da tutto il Paese sono più di due volte e mezzo quelli dispiegati nelle precedenti inaugurazioni presidenziali. Mentre i militari riesaminano i membri della Guardia nazionale per escludere collegamenti con i gruppi estremisti, uno screening dell’Fbi si aggiunge a qualsiasi monitoraggio precedente.

Finora due membri in servizio attivo sono stati arrestati in relazione all’assalto al Campidoglio del 6 gennaio. «La domanda è: ce ne sono altri?», ha detto McCarthy, mentre un funzionario della difesa ha dichiarato anonimamente al Washington Post che l’anno scorso il Pentagono ha ricevuto dall’Fbi 143 notifiche di investigazioni relative all’estremismo di destra, 68 delle quali relative a membri attuali ed ex membri del servizio.

Il livello di controllo dimostra la preoccupazione nutrita in un’occasione in cui Trump è il primo presidente uscente dal 1869 a saltare l’inaugurazione del suo successore, mentre, nelle sue ultime ore da presidente in carica, si prepara a graziare o commutare le condanne di oltre 100 persone.

Le decisioni pare non riguardino la possibilità di autograziarsi, ma il New York Times ha dettagliato il sistema ad hoc usato dalla Casa bianca per l’approvazione delle grazie, quasi totalmente gestito dalla figlia Ivanka e dal genero Jared Kushner, che hanno aggirato la consueta revisione del Dipartimento di Giustizia.

Non poteva mancare nemmeno Melania Trump, diventata la prima first lady dell’epoca moderna a non invitare alla Casa bianca la donna che la sostituirà per il solito incontro negli alloggi privati al secondo e terzo piano. Con buona pace di chi la dipinge come l’oppositrice interna della famiglia.