Una vera riforma delle pensioni è un obiettivo primario della Cgil e dei sindacati. Ma finalmente qualche sussulto arriva anche dalla politica registrando una piccola svolta. Finalmente il Pd abbandona l’austerità e rilancia la pensione di garanzia per i precari, per la prima volta all’interno di una proposta di riforma complessiva del sistema previdenziale – un disegno di legge ad hoc presentato da Tommaso Nannicini invece non ebbe successo anche perché isolato.

La proposta di legge è a doppia e autorevole firma: oltre alla presidente della commissione Lavoro della camera Romina Mura c’è l’ex segretaria dello Spi Cgil Carla Cantone.

L’obiettivo è di intervenire prima della presentazione della legge di bilancio e poter trattare su una riforma che non si limiti – come invece vorrebbe il ministro Daniele Franco – ad un allargamento di Ape social e lavori gravosi, tornando per tutto il resto alla Fornero.

«Entro settembre incardineremo in Commissione le proposte di legge in materia di previdenza presentate dai gruppi: è necessario che il parlamento discuta della riforma del sistema previdenziale in vista della prossima legge di bilancio – annunciano le due parlamentari dem Mura e Cantone – . L’adeguamento della previdenza deve essere affrontato rivalutando le pensioni medio-basse e istituendo la pensione di garanzia per i giovani con carriere discontinue». «Il Pd deve ricominciare a occuparsi di pensioni e degli anziani», sottolinea Carla Cantone.

La proposta originaria di una pensione contributiva di garanzia per i precari – ormai non più giovani – fu lanciata sulle colonne dal professor Michele Raitano della Sapienza nell’ormai lontano 2011 e la battaglia per ottenerla – specie dopo i tagli che la legge Fornero comporta agli assegni futuri di chi ha lavorato nell’era del precariato di massa – è stata portata avanti dal manifesto in solitaria per poi entrare nella piattaforma di Cgil, Cisl e Uil dal 2018.

L’idea è quella che sia lo stato a riempire i buchi contributivi nelle carriere lavorative dei precari e di garantire un assegno di circa 1.000 euro con 35 anni di attività – leggasi precariato subito.

La proposta ha il vantaggio di non impattare ora sui conti pubblici visto che sono ancora pochi i precari vicini alla pensione. Ma più passano gli anni e più questo traguardo riguarderà una buona fetta di cittadinanza.

Anche per questo l’occasione della fine del flop Quota 100 non va sprecata per introdurre la pensione di garanzia, smentendo coi fatti lo scontro generazionale fra giovani e anziani che molti cercano costantemente di alimentare per re-imporre l’austerità.

Oltre alla pensione di garanzia le due deputare del Pd puntano molto nella tutela delle donne, le più penalizzate da Quota 100 – le ultime cifre dell’Inps certificano come solo il 30% dei beneficiari siano donne – : «Bisogna intervenire riconoscendo maternità e lavoro di cura familiare che impattano sulla capacità contributiva femminile», ricordano Mura e Cantone. Cgil, Cisl e Uil propongono di riconoscere un anno di contributi per figlio, fino al massimo di tre anni.