Per tenere basse le polemiche, da ieri è la commissione nazionale per il Congresso a diffondere i dati sul voto dei circoli Pd. Al 6 febbraio hanno espresso la loro preferenza 20.184 iscritti: Bonaccini 9.808 voti (48,8%); Schlein 7.424 voti (36,94%); Cuperlo 1.690 voti (8,41%); De Micheli 1.176 voti (5,85%).

Sono 4.681 le tessere sospette. In Calabria il comitato pro Cuperlo ha fatto ricorso: «Gli iscritti della federazione di Cosenza sono passati in un solo giorno da circa 2.300 a 3.976». Anomalie a Taranto e in Sardegna. Il tesseramento a Caserta è ufficialmente un caso. Ieri Silvia Roggiani, presidente della Commissione nazionale per il congresso, ha spiegato: «Ho incontrato i rappresentanti dei 4 candidati e abbiamo concordato, a fronte della mancata approvazione dell’anagrafe degli iscritti e degli evidenti problemi emersi a Caserta, di creare un gruppo di lavoro che determini a chi può essere data la possibilità di votare».

Lunedì la commissione provinciale non ha certificato il tesseramento locale (già annullato nel 2021). Troppe le anomalie a cominciare dagli iscritti, arrivati quasi a 7mila quando fino a dicembre erano 1.500. Il dispositivo redatto da Francesco Gatto, presidente della commissione provinciale, recita: «Si registrano numerose segnalazioni relative alla storia politica di tanti richiedenti, estranei alla cultura e alla militanza democratica, spesso avversari del Pd». E ancora: «Si segnalano casi di iscrizione contemporanea al Pd e ad altri partiti anche di destra. In comuni dove ci sono amministrazioni Pd, le opposizioni sono intervenute nel tesseramento per alterarne la tenuta».

L’ex procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, presidente della commissione del congresso in Campania, all’Huffington Post ha rincarato la dose: «C’è anche il rischio di infiltrazioni camorristiche». Nel mirino il tesseramento a Sessa Aurunca: 1.050 iscrizioni mentre a settembre il Pd ha ottenuto 1.200 voti. Il casertano è conteso da due big, il presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero e il deputato Stefano Graziano: schierati con Bonaccini (come il presidente De Luca), erano entrambi deluchiani. Poi è arrivato il momento di sostituire il segretario regionale Pd, step per la composizione delle liste alle politiche, e Oliviero ha sposato la fronda che ha portato al commissariamento del partito.

Il Nazareno ha inviato Francesco Boccia che ha fatto la campagna elettorale per le politiche in tandem con De Luca e Graziano, poi Boccia è passato con Schlein (come coordinatore politico della mozione) e le carte si sono rimescolate ancora. Oliviero è ora nel mirino di chi l’accusa di aver «gonfiato» il tesseramento indicando il caso Sessa Aurunca: paese natale dello stesso Oliviero, che avrebbe appoggiato l’elezione dell’attuale sindaco che ha militato per decenni nel Pdl e Fi.

Boccia a gennaio aveva dato il commiato al Pd campano annunciano che il suo lavoro politico era finito. Ma a Roma sono continuate ad arrivare le proteste della mozione Bonaccini così lunedì ha dato le dimissioni formali. E ieri ha fatto il punto: «Oliviero è noto per non aver fatto campagna elettorale alle politiche. Quello che è accaduto a Caserta è molto grave». E ancora: «Devono esprimersi tutti sul tema, sono sicuro che la collega Pina Picierno (eurodeputata e vice di Bonaccini nella corsa alla segreteria, ndr) chiederà conto». Infine: «In Campania il 70, 80% degli eletti non versa contributi al partito, parlo dei consiglieri. In Puglia c’è una discussione aperta tra i consiglieri regionali su diverse mozioni. In Campania sono tutti dalla stessa parte».

La redazione consiglia:
Tesseramento Pd, le grane Caserta e SalernoCon Schlein, infatti, solo il deputato Marco Sarracino, Art1 e l’assessora comunale franceschiniana Armato. In serata la replica di Oliviero: «La sua nomina aveva un unico obiettivo: garantire i catapultati alle politiche. In tanti abbiamo chiesto le sue dimissioni». E di Picierno: «Usare strumentalmente questa discussione non rende onore alla battaglia per la legalità che dovremmo condurre uniti». Durissimi i consiglieri regionali Fiola, Casillo, Manfredi, Raia, Topo: «I danni causati al territorio, in termini di rappresentanza, da Boccia sono evidenti e non lo assolverà gettare la croce sui consiglieri regionali». A Boccia l’ultima stoccata: «Le liste della Campania delle ultime elezioni politiche? Dovrebbero chiederne conto al coordinatore della segreteria Letta, Marco Meloni, che condivide con loro il sostegno a Bonaccini, e alla direzione nazionale che le ha approvate».