Ieri mattina da Facebook è sparita l’ennesima pagina. Dopo quelle delle reti di solidarietà con il popolo curdo, delle testate di informazione indipendente, dei collettivi studenteschi e degli spazi sociali, per la prima volta l’oscuramento ha riguardato un’organizzazione politica ufficiale. È toccato ai Giovani Democratici piemontesi, la giovanile del partito di Nicola Zingaretti.

Differentemente dagli altri casi trattati in questi giorni, stavolta gli amministratori non hanno ricevuto alcuna notifica di post segnalati come non conformi alle linee guida del social network. È arrivato direttamente un avviso con la dicitura: «La tua Pagina è stata nascosta. Sembra che un’attività recente sulla tua Pagina non rispetti le Condizioni delle Pagine Facebook». Quale sia questa attività e quali condizioni non abbia rispettato resta però un mistero kafkiano.

«Ho cercato ovunque ma non è specificato da nessuna parte – dice Ludovica Cioria, segretaria regionale dei Gd e amministratrice della ex-pagina Facebook – Vedendo quello che è accaduto in questi giorni l’unica motivazione che mi viene in mente è che siamo stati oscurati per aver postato contenuti pro-curdi. Il livello regionale del partito è il coordinamento delle diverse federazioni. Quasi tutte hanno partecipato a presidi di sostegno della popolazione curda e sulla pagina ne abbiamo ricondiviso le immagini».

Cioria spiega che la pagina, in linea con le posizioni del Partito democratico (Pd), ha condannato l’aggressione militare e sostenuto la richiesta di pace del popolo curdo, ma non ha mai inneggiato al Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). «Certo non posso escludere che, magari sullo sfondo, in alcune immagini ci fossero bandiere con il simbolo del partito di Öcalan – continua – Nei presidi ci sono sempre ed è possibile che siano state ritratte».

Questo ennesimo caso apre ulteriori interrogativi su cosa stia accadendo da una decina di giorni a questa parte nel ramo italiano del social network da 2,4 miliardi di iscritti. L’oscuramento di una pagina dell’organizzazione giovanile del partito di governo rompe definitivamente l’argomentazione di una presunta specularità tra la cancellazione delle pagine neofasciste e quella di testate indipendenti e centri sociali. Sta emergendo con sempre maggiore chiarezza che le due questioni sono ben diverse.

Se la pagina dei Gd piemontesi tornerà online nelle prossime ore, come è probabile, resterà comunque da capire come e perché è stata sospesa. Nel caso, sarebbe una conferma che l’azione non è condotta direttamente da Facebook e che non si tratta di una vera e propria censura. L’ipotesi dell’algoritmo che scandaglia le immagini proibite è possibile, ma resta più debole di quella di segnalazioni sistematiche e organizzate. «L’anno scorso facemmo un post di sostegno a Daisy Osakue, l’atleta azzurra colpita da un uovo per un gesto razzista – dice Cioria – Il post fu evidentemente preso di mira in forma organizzata, forse condiviso in qualche war room di leghisti. Ma stavolta chi potrebbe avere interesse a far censurare i post pro-curdi? Persino la Lega si è schierata contro l’aggressione di Erdogan».