Su uno sfondo opulento e scintillante come la vetrina di un negozio di Tiffany in Dubai, il novantesimo Academy Award ha celebrato l’amplesso tra un anfibio mangiagatti e una donna delle pulizie sorda, il Messico, l’inclusività, l’assenza di Harvey Weinstein, la classe intramontabile e affilata di certa aristocrazia hollywoodiana (Eve Marie Saint, Jane Fonda, Helen Mirren, Jodie Foster con le stampelle, il ritorno di Warren Beatty e Fayne Dunaway), lo humor fresco e intelligente di nuovi arrivati come Lupita Nyongo e Kumali Nanjiani, alcuni veterani snobbati da troppo tempo (James Ivory, Gary Oldman, Roger Deakins) e, prevedibilmente, se stesso. Non...