La riunione del Consiglio dei ministri di ieri è durata più di sette ore, un record nella storia della democrazia spagnola. La decisione più importante è stata la dichiarazione dello stato d’allarme, come previsto. Ma i dettagli del decreto in cui si esplicitano le misure prese dal governo sono stati difficili da accordare.

Il presidente Pedro Sánchez si è rivolto alla nazione per la terza volta in tre giorni solo alle 9, otto ore dopo il previsto, annunciando «misure drastiche». Da ieri l’autorità competente per tutta la Spagna è il governo centrale, e in particolare i ministri della difesa, interni, trasporti e sanità. Sono limitati i movimenti di tutti i cittadini, a eccezione di quelli dovuti all’acquisto di generi di prima necessità, farmaci, cure di persone dipendenti e per lavoro, malattie o cause di forza maggiore. Scuole e negozi chiusi a livello nazionale (in molte comunità autonome già vigente), a eccezione di alimentari, farmacie, alimenti per animali. Le misure, per ora, dureranno 15 giorni; dopodiché, dovrà essere il Congresso ad autorizzare il governo a prorogarle.

Rimangono aperti i mezzi di trasporto pubblici, ma alcuni saranno ridotti alla metà per disincentivarne l’uso.

Fra i ministri, che alla fine si sono riuniti fisicamente (anche se a distanza reciproca molto maggiore del solito, e in assenza delle due ministre colpite dal virus), il disaccordo non è stato sull’urgenza della dichiarazione dello stato d’allarme, uno scoglio superato già ieri. A storcere il naso sono state le comunità autonome come la catalana e la basca che hanno competenze sulla polizia, poco propense a mettere sotto diretto controllo del ministero degli interni le proprie forze dell’ordine. Il decreto prevede anche che tutto il personale sanitario (competenza regionale) risponderà direttamente al ministero della sanità. L’altro punto che ha generato frizioni, stavolta fra i ministri (non solo di Unidas podemos) e il nucleo duro dell’ortodossia economica, fra cui la vicepremier e ministra dell’economia Nadia Calviño e la ministra delle finanze e portavoce María Jesús Montero, è la tutela dei lavoratori colpiti dall’inevitabile crisi generata dall’emergenza virus: alla chiusura del giornale, non era chiaro che misure siano state prese in questo senso. Il decreto del governo permette anche al ministro della sanità di intervenire sull’industria farmaceutica, di disporre di ospedali privati e di prendere qualsiasi misura «per la tutela della salute pubblica», tra cui anche la requisizione dei beni.

Il numero dei contagiati da Covid-19 ieri ha toccato le 6.250 persone, 2.000 in più rispetto al giorno prima, e le vittime sono già 190. Il sindaco di Siviglia finalmente ha ceduto e ha annullato le tradizionali marce per la settimana santa, unendosi così ad analoghe decisioni dei giorni scorsi, come quelli della Generalitat valenciana che ha sospeso le famose celebrazioni per las Fallas di Valencia. Il nuovo decreto comunque ha stabilito il divieto di tutte queste manifestazioni su tutto il territorio nazionale. La conferenza episcopale ha chiesto di seguire la messa per radio e tv.