Lo sbarco della scorsa notte a Porto Empedocle dei 265 migranti salvati dalla nave Open Arms è il primo avvenuto con il nuovo decreto sicurezza del governo Conte 2. Le norme approvate in via definitiva il 18 dicembre scorso dal Senato prevedono infatti che il governo possa autorizzare l’ingresso in un porto italiano alle navi delle ong che, prima di effettuare il salvataggio di un’imbarcazione di migranti in difficoltà, abbia avvertito lo Stato di bandiera e il centro di coordinamento dei soccorsi competente. «Una procedura che abbiamo rispettato, come del resto abbiamo sempre fatto anche in passato», commentava ieri l’ong spagnola.

Il risultato è stato che al contrario di quanto avvenuto in casi analoghi nei mesi scorsi, questa volta il via libera allo sbarco è in arrivato in tempi relativamente brevi.

La segnalazione che la nave stava operando un intervento di soccorso è stata inviata dalla ong alle autorità competenti alle 15,22 del 31 gennaio, seguita dalla comunicazione del salvataggio di 169 persone, tra le quali 12 donne e 40 minori. L’indicazione di dirigere verso Porto Empedocle è arrivata invece da Roma alle 22,20 del 3 gennaio, dopo che si era rivelata inutile un’analoga richiesta avanzata alle autorità maltesi dopo che la ong aveva effettuato un secondo intervento salvando altre 96 migranti. Nel frattempo era stato allertato il Centro di coordinamento dei soccorsi della Spagna, Paese di bandiera della Open Arms.

Martedì notte tutti e 265 migranti sono stati trasferiti a terra dopo essere stati sottoposti al tampone anti Covid, mentre l’equipaggio della Open Arms trascorrerà la quarantena sulla nave. «Siamo felici che persone soccorse possano ricevere ora tutte le cure e le tutele a cui hanno diritto», si legge in una nota congiunta di Open Arms ed Emergency. Che ricordano però come «proprio durante questa missione 160 sono le persone intercettate dalla cosiddetta Guardia costiera libica e riportate indietro e che 13 persone risultano ancora disperse».