Nel giorno dello sciopero e del corteo degli studenti, a Milano la protesta contro l’inazione dei governi sul fronte dei cambiamenti climatici tocca alcuni dei punti nevralgici della città. Nel tardo pomeriggio, una cinquantina di persone sono entrate nell’area dello Scalo ferroviario di Porta Romana, «perché i cambiamenti climatici rappresentano una questione globale ma è anche a livello locale che non si fa nulla per invertire la rotta, e Milano è simbolo della contraddizione del «fare i verdi» senza cambiare le politiche» spiega al manifesto Luca Trada, del Collettivo OffTopic.

SULLO STRISCIONE COLORATO appeso al cancello c’è scritto «+ spazio alla natura = aria per tutti!!». «Vogliamo denunciare i problemi del «modello Milano» a partire da quest’area pubblica che viene privatizzata nell’ambito di un’operazione urbanistica che tocca oltre un milione di metri quadrati di spazi e che vedrà un’area a naturalizzazione spontanea diventare sede del villaggio Olimpico che fa parte di un’altra grande narrazione, quella delle Olimpiadi invernali green Milano-Cortina 2026» continua Trada, che elenca altre aree pubbliche – come l’ex Piazza D’Armi o alcuni parchi cittadini, la Goccia alla Bovisa o Parco Bassini – a rischio cementificazione. A occupare lo Scalo Romana, nel quadrante Sud-est della città, sono stati una cinquantina di attiviste e attivisti di vari collettivi, comitati, spazi sociali, non solo milanesi.

UN ALTRO SIMBOLO DI MILANO, Palazzo Mezzanotte sede della Borsa Italiana, s’è svegliato il 1° ottobre con un accampamento davanti all’ingresso. Una settantina di attivisti del movimento Rise Up 4 Climate Justice hanno piantato le tende in Piazza Affari, con un messaggio chiaro: «Block greenwashing». È rivolto al mondo della finanza, «simbolo del sistema capitalista estrattivista che continua a speculare su corpi e territori del nostro Pianeta» spiega Rise Up. Gli ingressi della Borsa erano stati bloccati con catene e orsogrill.

ANCHE EXTINCTION REBELLION ha continuato con le azioni nonviolente, che ieri si sono concentrate in quattro zone della città: la Stazione Centrale e piazza Duca d’Aosta, piazza Firenze, piazza Duomo (dove la Red Rebel Brigade ha sfilato per mostrare gli effetti della crisi climatica, di fronte ai milanesi impegnati nel rito dell’aperitivo) e in Darsena, lungo i Navigli. Ieri mattina, in particolare, due attivisti di ER si sono arrampicati in cima ad alcuni semafori nei pressi della stazione di Milano Centrale. Dall’alto dei semafori, gli attivisti hanno voluto spiegare che «l’umanità è appesa a un filo, è necessario rendersene conto e agire ora». Altri attivisti travestiti da struzzi, richiamando lo slogan della mobilitazione di XR, hanno bloccato il traffico sdraiandosi agli incroci e camminando ininterrottamente sugli attraversamenti pedonali. Lo scopo dell’azione era quello di parlare direttamente alla cittadinanza, mettendo in evidenza il fallimento dei governi mondiali nel rispondere alle sfide globali che la crisi climatica sta ponendo all’umanità intera. Alcuni attivisti sono stati fermati.

IL CENTRO-DESTRA MILANESE, in campagna elettorale, se la prende con i blocchi di traffico, come se fosse solo una questione di viabilità. Lo striscione appeso tra i due arrampicati portava però un messaggio semplice: «Flop COP». Secondo XR, per 26 anni le COP hanno fallito nell’affrontare la crisi climatica e siccome siamo di fronte ad un codice rosso per l’umanità serve agire ora. Il messaggio era rivolt ai ministri dell’Ambiente di 50 Paesi che insieme a decine di tecnici dell’agenzia ambientale dell’Onu erano al lavoro al MiCo, discutendo di adattamento e cambiamenti climatici, di finanza per il clima e trasparenza, nell’ambito della Pre-COP26. Il documento finale in vista dell’appuntamento Glasgow a fine ottobre sarà approvatooggi. Per le 14 è fissata una conferenza stampa conclusiva. Con tutta probabilità offrirà nuovi argomenti di protesta alla Marcia per la Giustizia Climatica. L’appuntamento in Largo Cairoli è alle 15.