Cetara è un borgo di pescatori tra il monte Falerio e il mare, lungo la Costiera amalfitana. Circondato da terrazzamenti di uliveti e agrumeti, ha una superficie di meno di 5 chilometri quadrati per circa 1.900 abitanti. Il comune potrà mettere mano all’edilizia popolare, di cui dice di avere assoluto bisogno, in una cala patrimonio Unesco, nonostante i residenti siano stabilmente in calo (ma non i turisti).

Il via libera alla modifica del Piano urbanistico territoriale della Penisola Sorrentina – Amalfitana è arrivato ieri in consiglio regionale con 22 voti favorevoli su 27 presenti (con il centrodestra e i 5S a rinfacciarsi di aver fatto il gioco della maggioranza). Potrebbero esserci ricorsi contro il provvedimento che, inoltre, potrebbe essere impugnato dallo stesso governo. Per adesso vale il sì al «Progetto definitivo dei nuovi alloggi Ers – edilizia residenziale e sociale variante al Put (legge regionale 35/1987)».

La redazione consiglia:
Campania, lo scempio edilizio ora si chiama rigenerazione urbanaIl progetto prevede 30 appartamenti in sei blocchi di fabbrica per 43mila metri cubi su un’area in forte pendenza (saranno necessari sbancamenti e muri di sostegno) a monte dell’abitato, al di sotto di altri fabbricati di edilizia popolare (che già sono un pugno in un occhio) dove adesso ci sono gli uliveti. L’area rientrava nella Zona territoriale 1A, cioè zona di tutela naturale inedificabile. Dal punto di vista del rischio idrogeologico, è classificata R2 (medio) con ai margini due aree R3 (elevato). La strada di accesso prevista pure è in zona R3.

Legambiente, Wwf e Italia nostra avevano chiesto lo stop al progetto. «Un’edificazione – la denuncia di Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – dannosa e inutile con un impatto possente sull’eccezionale scenario paesaggistico della Costiera amalfitana. Nuovo cemento che non può che aggravare il rischio idrogeologico di un territorio fragile. Il progetto riguarda Edilizia residenziale sociale, che è un’edilizia di iniziativa e proprietà privata. Saranno abitazioni che comunque verranno messe sul mercato. Siamo davanti a una speculazione».

Dal gruppo Misto, Maria Muscarà: «Vogliono costruire un complesso residenziale con garage vista mare, voluto dall’amministrazione guidata dal sindaco Pd Roberto Della Monica. Per ottenere tale deroga serve la delibera del consiglio per una variante del Put che, pur essendo legge regionale, è a tutti gli effetti un Piano paesistico come più volte affermato dalla Corte costituzionale. È necessario quindi un provvedimento motivato del ministero della Cultura». Stefano Caldoro, capo dell’opposizione di centrodestra: «Interverrà sicuramente il governo e credo anche il giudice amministrativo».

Italia Nostra Salerno e Unesco Club Amalfi hanno seguito l’iter del progetto. In origine si prevedeva di costruire in 3 aree, a ridosso del centro storico e a Fuenti. «Lo strumento adottato per ‘forzare’ il vincolo è l’Accordo di Programma – scrive Italia nostra -. Così, insieme al programma di alloggi sociali, viene proposto un altro Accordo di Programma per due opere pubbliche: un Centro di raccolta rifiuti e una stazione dei Carabinieri». L’amministrazione conferisce a uno Studio associato di Salerno la redazione di due studi preliminari di Accordo di programma (poi approvati dal comune) ma l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale concede solo il nulla osta per gli alloggi sociali.

«Noi dell’Unesco Club Amalfi, insieme a Italia Nostra, non ci fermiamo – sottolinea la presidente Maria Rosaria Sannino -. Il comune di Cetara ha dato via libera alla edificazione di nuovi condomini in una delle superstiti aree naturali, già tutelata dal Put, peraltro in una zona adiacente a due aree a forte rischio idrogeologico. Purtroppo la tragedia di Ischia sembra non aver insegnato nulla. È pura speculazione edilizia destinata a liberare ulteriori vani per b&b e case vacanza».

L’urbanista Alessandro Dal Piaz: «Questo è l’esempio di quello che vuole fare il governatore De Luca con il Piano paesaggistico, che ha detto di voler varare entro un anno. I documenti programmatici sono eloquenti. Mentre, secondo le legislazioni precedenti e lo stesso Codice del Paesaggio, il Piano disciplina le tutele dei paesaggi di pregio, la regione Campania sostiene invece che debba disciplinare lo sviluppo del territorio e prevede strumenti attuativi di tipo urbanistico. L’idea che la regione persegue è un Piano di sviluppo edilizio e sfruttamento economico».