Il problema del sussidio di povertà detto impropriamente «reddito di cittadinanza» non è al momento se, da chi, e come il ministro del lavoro e dello sviluppo Luigi Di Maio abbia ordinato di stampare «5 o 6 milioni» di tessere povertà, tra l’altro già sperimentate sotto altri governi, ma il fatto che queste «carte di credito» servano a profilare i beneficiari, a controllarne i comportamenti di acquisto, obbligati come saranno a spendere la differenza tra il tetto di 780 euro e il loro reddito Isee ogni mese, presso esercizi commerciali autarchici. A differenza della maggioranza delle critiche, di ispirazione neoliberista,...