Non ci sono più i 25 aprile di una volta. Chi si dimentica l’oceanica manifestazione lanciata dal Manifesto nel ’94 sotto la pioggia di Milano? Sono passati venti anni ed era l’inizio dell’era Berlusconi. Un altro mondo. Senza bisogno di rimpiangerla ci ricorda che la festa della Liberazione si è sempre giocata su un doppio registro, quello della memoria e quello altrettanto forte e indispensabile della lotta nel presente per il futuro. Fino a pochi anni fa c’è sempre stata una parolina d’ordine più o meno dichiarata per scendere in piazza e provare a rimettere insieme la sinistra, almeno per un giorno. In mancanza d’altro almeno a difesa della Costituzione. Ma adesso che il governo Renzi vuole stravolgere anche quella mettendosi d’accordo con Berlusconi è veramente difficile trovare un minimo comune denominatore che ridia vita e tolga ritualità alle doverose celebrazioni del 69esimo anniversario.

Forse è anche per questo che le cronache della vigilia raccontano episodi inquietanti che denunciano una perdita di senso di questa giornata. Basta pensare alla grottesca vicenda di Pordenone, dove il prefetto Pierfrancesco Galante con il benestare del sindaco Pd Claudio Pedrotti aveva vietato di cantare Bella Ciao durante le celebrazioni ufficiali perché “può produrre fenomeni eclatanti, turbare la campagna elettorale e ulteriori turpitudini”. Il divieto assurdo è rientrato solo dopo le proteste dell’Anpi e per intercessione del senatore Pd Lodovico Sonego presso il viceministro degli Interni Bubbico. Risultato, oggi in piazzale Ellero dei Mille la canteranno tutti a squarciagola. Oppure il caso di Pavia, dove solo all’ultimo momento si è riusciti ad evitare che l’intervento ufficiale toccasse al generale Carlo Maria Magnani, sostenitore dei meriti di Mussolini e della Repubblica di Salò. Per fortuna tutto l’apposto di quello che succederà a Verona dove oggi si manifesta contro gli F35 (vedi articolo accanto).

A Roma il corteo parte alle 9,30 dal Colosseo verso Porta San Paolo dove ci saranno gli interventi dal palco. A seguire il concerto. “Un 25 aprile per ricordare la guerra di Liberazione dei partigiani – scrive l’Anpi – ma anche un momento di riflessione per le riforme costituzionali che si profilano”. Laura Boldrini sarà nei luoghi dell’eccidio di Marzabotto con Moni Ovadia. A Bologna le celebrazioni sono iniziate già ieri con una fiaccolata, proprio come a Torino.
L’appuntamento più partecipato sarà come sempre quello di Milano. Partenza oggi alle 14 da porta Venezia e arrivo in Duomo. Quest’anno sul palco fra gli altri ci sarà il segretario della Uil Luigi Angeletti. Non proprio un ospite esaltante il giorno dopo la fiducia al Jobs Act e alla vigilia del Primo maggio, altra festa sempre più difficile da coniugare al presente. I milanesi saranno comunque e sempre tanti, ma il rischio è che si vada in piazza con il pilota automatico senza motivazioni forti e men che meno unitarie. Anche perché persino a Milano il clima non è ottimo. Nei giorni scorsi sono comparsi volantini pro Hitler e la città deve fare i conti per la prima volta con un susseguirsi di iniziative di estrema destra. Per questo il corteo ufficiale non concluderà una lunga giornata che parte al mattino con tanti appuntamenti sparsi nelle diverse zone e si concluderà con “Partigiani in ogni quartiere”, la manifestazione dei movimenti antifascisti che ritorna al Cimitero Maggiore, a due passi dalla sede di estrema destra di Lealtà e Azione e dal centro sociale Torchiera. Musica e sorprese per tutta la serata a partire dalle 18.

Ma gli antifascisti milanesi scenderanno in piazza anche il 29 aprile. Quel giorno si ricordano le morti di Sergio Ramelli e Enrico Padenovi, i due militanti di estrema destra uccisi negli anni Settanta. Sui morti non si discute e nessuno nega il diritto di ricordarli. Ma questa giornata da anni è diventata il pretesto per una kermesse nazifascista. Quest’anno anche il sindaco Pisapia ha chiesto in anticipo che “le autorità evitino questa grave offesa alla città”. E invece la Questura da tempo ha dato il permesso ai fascisti di sfilare da Piazzale Susa, mentre solo l’altra sera è stata autorizzata la manifestazione promossa dal comitato “Nazisti no grazie” (partenza il 29 aprile da piazza Oberdan alle 19) ma è stato negato l’arrivo previsto in piazzale Dateo, vicino a via Goldoni dove verrà deposta una corona per Gaetano Amoroso, morto il 29 aprile del ’76 a seguito di un’aggressione neofascista.