Certamente i temi ambientali hanno superato la soglia della disattenzione sociale e politica. È un risultato di cui essere soddisfatti, ma … la Terra dei Fuochi dopo 20 anni è ancora lì (anche se Legambiente ha iniziato a denunciarlo 20 anni fa), l’unica differenza è che ora ne parlano tutti. E in tutte le altre aree a rischio, perché non si interviene? La ragione è semplice. Basta vedere lo sconcertante contrasto tra tutti i programmi elettorali, con il sacrosanto capitoletto sui temi ambientali, e le scelte di governo, che sempre rinviano questi temi al secondo tempo. Tutti fedeli all’insegnamento dell’allora ministro Tremonti, secondo il quale parlare di questi temi è come andare dal parrucchiere durante una catastrofe. Così, ad esempio, abbiamo visto gli ultimi tre ministri dello sviluppo economico, con inossidabile coerenza, intervenire a difesa del fossile contro le rinnovabili. Eppure il mondo sta cambiando molto in fretta e la rivoluzione energetica è già in atto.

Di fronte a tanta omologazione, mi torna in mente il lavoro prezioso di Marcello Cini proprio su queste pagine, di cui in tanti dobbiamo essergli grati. Un insegnamento il suo che continua a spingerci verso il superamento delle letture ovvie e scontate, delle semplificazioni ideologiche per andare alla scoperta di nuove letture spiazzanti, ma, proprio per questo, illuminanti. È lo stesso patrimonio che vogliamo continuare a trovare tutti i giorni leggendo Il manifesto, che racconti il cambiamento possibile con curiosità e spiazzando gli schieramenti precostituiti. Capire il futuro per cambiare il presente.

* Presidente nazionale Legambiente