Dopo lo sprint che lo ha portato da zero alla vetta dei sondaggi, Podemos accusa le prime battute d’arresto. I pronostici segnalano un importante calo di consensi, con Ciudadanos che morde le calcagna al partito di Iglesias e si consolida come riferimento politico dell’indignazione moderata, pescando (anche ) nell’elettorato meno ideologizzato della formazione viola .

La quale – lo ha annunciato ufficialmente ieri pomeriggio il segretario Pablo Iglesias – perde anche uno dei suoi fondatori: ad un mese dal cruciale banco di prova delle elezioni amministrative, l’ideologo e braccio destro di Iglesias Juan Carlos Monedero, abbandona il partito. Già protagonista di uno scivolone per un’irregolarità fiscale che aveva cerato qualche imbarazzo nella direzione del partito, Monedero lascia polemizzando sulla traiettoria politica di Podemos, «che assomiglia sempre di più alla realtà che vuole sostituire».

Secondo l’ex responsabile del programma politico del partito, l’imminenza delle amministrative e un percorso politico compiuto con il piede sempre sull’acceleratore, avrebbe fatto perdere a Podemos contatto con la base. In un’intervista radiofonica Monedero ha criticato duramente questa deriva elettorale: «Podemos si ritrova con questi problemi perché non ha più tempo per mantenere il contatto con i piccoli circoli: è più importante un minuto di televisione».

Nonostante tutto, almeno apparentemente, l’ex numero tre dell’organizzazione, se ne va scena senza sbattere la porta: «restano solidi sia la mia amicizia con Pablo Iglesias, che l’impegno per Podemos».

Toni concilianti anche da parte della direzione: messaggi di ringraziamento per il contributo di Monedero sono comparsi sul profilo Twitter del partito e del numero due della formazione Íñigo Errojón; e anche lo stesso Iglesias ha evitato di alimentare polemiche. «Pur non essendo d’accordo con l’analisi di Monedero, la sua critica è per noi importante. Anche io – ha aggiunto il segretario generale – ho nostalgia di quando facevamo cose più piccole».

Nonostante l’evidente urgenza di voltare pagina, la perdita di Mondero, professore di scienze politiche e uno dei pilastri della formazione, è un duro colpo che non è chiaro come possa influire sul voto di maggio.

Certo è che dopo l’apice del 28% nei sondaggi di un paio di mesi fa, Podemos, sta andando incontro ad un lento ma costante declino. La continua esposizione mediatica, l’irruzione di Ciudadanos, e il logorio di un campagna sempre col coltello tra i denti, hanno senz’altro qualcosa a che fare con questa frenata.

Ma, come indica l’uscita di scena di Monedero in un momento così delicato, è possibile che qualche meccanismo più profondo si sia inceppato nel motore finora inarrestabile della formazione di Iglesias. «Continueremo con questo progetto che entusiasma ogni giorno più gente», si leggeva ieri sull’account di Twitter di Podemos.

Tra poche settimane le urne diranno se è davvero così.