Mancano pochi minuti all’inizio del presidio romano per Khaled el Qaisi. Un gruppo di genitori dell’Istituto comprensivo Simonetta Salacone si arrampica sugli alberi del piccolo spazio verde che, in via Mazzini, guarda al palazzone della Rai. Appendono uno striscione: «Davanti scuola, non dietro le sbarre». Le centinaia di persone presenti lo rivogliono a Roma, davanti alla scuola, davanti alla sua università, la Sapienza, per le strade del suo quartiere. Khaled è tante cose, come tutti: è un ricercatore, uno studente, uno traduttore, un padre e un marito. È un italiano ed è un palestinese. Eppure il silenzio che istituzioni e...