«Oggi è come nel 1948, le sinistre pensavano di avere già vinto e poi perdono le elezioni, andiamo a riprenderci il Campidoglio!». Sono quasi le 8 di sera a campo de’ Fiori, pieno centro di Roma, quando prende la parola Enrico Michetti, dopo una sfilza di leader e leaderini del centrodestra. Alcune centinaia i militanti arrivati, il clima è quello della disperazione per una sfida sempre più in salita.

Meloni quasi ammette: «La sinistra è più potente di noi e ha vinto questa campagna elettorale..ma non hanno ancora vinto le elezioni vere». La leader di Fdi mette le mani avanti: «Voglio ringraziare Michetti, una persona buona e capace, non era facile…».

Anche Salvini, collegato da Varese, annusa la sconfitta: «Ma ogni tanto Davide vince contro Golia, daje. Possiamo ancora ribaltare un risultato che a sinistra sentono già sicuro. Enrico ha combattuto a mani nude contro le corazzate che vogliono difendere il sistema e Gualtieri è il Sistema».

Una giornata iniziata male. Con le scritte ingiuriose «Fascista, ricordati piazzale Loreto» comparse al mattino sulla sede del comitato di Michetti, firmate da una stella a cinque punte (subito condannate da tutte le forze politiche a partire dal Pd).

E poi con l’annullamento della visita che Meloni aveva organizzato alla comunità ebraica di Roma: con una delegazione di Fdi voleva deporre una corona di fiori nell’anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma dell’ottobre 1943. Per cancellare le frasi antisemite di Michetti, trovate dal manifesto una settimana fa e condannate dalla comunità ebraica.

Ma, alla fine, dopo una telefonata con la presidente Ruth Dureghello, la decisione è stata di rinviare la visita per «questioni di opportunità». In realtà, dentro la comunità c’erano forti contrarietà ad ospitare Meloni alla viglia del voto. Lei ha ribadito di non essere a conoscenza delle frasi scritte da Michetti nel 2020 sul sito di Radio Radio («Si parla della Shoah più che di altri genocidi perché le vittime avevano le banche e facevano parte di una lobby che decide di destini del pianeta»). La ferita non si è rimarginata, tanto che Noemi di Segni ha detto di «tremare all’idea» di vedere Michetti sindaco.

La leader di Fdi ha preso invece spunto dalle scritte sul comitato di Michetti per accusare la sinistra: «Sono solo l’ultimo atto di una vergognosa e indegna campagna di odio contro il centrodestra e Fdi». Nel suo assolo dal palco di campo de’ Fiori bastona ancora la ministra Lamorgese: «La polizia ha accompagnato quei criminali alla Cgil, se avesse un briciolo di dignità di sarebbe già dimessa!».

È la serata della rabbia e dell’orgoglio per la leader della destra in ascesa che sente arrivare la prima vera battuta d’arresto nella sua Roma. Neppure Berlusconi, in collegamento, riesce a portare un sorriso. Eppure ci prova: «Eccomi qua», saluta la piazza. Poi si spende per Michetti, «un professionista prestato alla politica, con una grande competenza amministrativa, un galantuomo». «Ma dovete andare a votare», ripete una decina di volte.

Ricorda che per ai rifiuti «penserà il nostro Bertolaso». Che appare poco dopo in video, con una lettera alla nipotina in cui spiega che «il nonno è ancora pronto a dare una mano, come ha fatto per i rifiuti a Napoli». Michetti chiude con una mezza lacrima: «Siete riusciti a commuovermi. Vorrei scendere per abbracciarci uno ad uno». «Ahò, è nata una rockstar», sibila uno dei ragazzi in prima fila.