Dario Brunori, meglio conosciuto come Brunori Sas, ha presentato il nuovo disco di inediti Cip! uscito il 10 gennaio. La scelta geografica non è casuale visto che il cantautore cosentino ha praticamente scritto tutti i testi dell’album proprio durante una residenza artistica lo scorso autunno. A tre anni di distanza dunque dal successo di A casa tutto bene, Brunori Sas torna alla forma canzone, dopo tanto teatro e il programma tv Parla con Dario, specificando subito i cardini di questo lavoro già di sorprendente profondità «Il disco precedente era figlio di una sorta di paura “cosmica”, avvertivo un clima di profondo cambiamento, non solo personale, e le canzoni erano lo specchio perfetto del momento. Per citare John Lennon “Ci sono due forze motivanti fondamentali: la paura e l’amore”. Questo è il disco dell’amore, della Gestalt in forma calabra dove esploro il rapporto fra ciò che ho sempre considerato centrale – la vita degli uomini – e ciò che ho da sempre considerato periferico – l’universo che ci ospita». Anticipato da due singoli (Al di là dell’amore e Per due come noi) Cip!, prodotto da Dario stesso insieme a Taketo Gohara, si apre con flauti, trombe e violoncelli che accarezzano testi profondi e ironici, come la beatlesiana Mio fratello Alessandro o ballad struggenti come La canzone che hai scritto tu, dai toni folk che profumano del miglior Beck.

COME ha raccontato Brunori «Ho voluto scrivere i testi in modo più poetico e meno prosaico, focalizzandomi su argomenti etici e filosofici. Una delle prime riflessioni è stata quella sulla velocità del mondo contemporaneo, la sensazione di seguire un ritmo diverso. Da sempre si cerca di inventare una macchina del tempo ma oggi viviamo nell’epoca del tempo della macchina. Oggetti tecnologici che dopo poco diventano obsoleti e temo che stiamo trasferendo questa caducità anche nel rapporto con gli altri. L’album è anche un invito a resistere all’obsolescenza». Grazie anche alla collaborazione con il talentuoso cantautore Antonio Di Martino – che ha co-scritto le musiche di alcuni brani – l’album tenta la difficile operazione di armonizzare estremi come l’attaccamento orgogliosamente calabro alla pragmaticità della terra insieme agli afflati di laica religiosità e Benedetto sei tu ne è il punto d’incontro perfetto. Ma questa necessità di arrivare all’etimologia della parola “religione” – ovvero il legare le cose – non può che espandersi anche al personale e politico della vita del cantautore.

PUO’ DUNQUE un pettirosso, la delicata copertina dell’album, dialogare con una sardina? Brunori ha risposto così «A Cosenza ho partecipo al primo meeting delle Sardine. Il fenomeno mi interessa molto ma non tanto per la sua, se c’è, connotazione politica ma per questo recupero di una visione d’insieme. Abbiamo questo contro-movimento che ha a che fare con i giovani. Mi riservo però di capire l’obiettivo finale. Sono in osservazione diciamo.»