“Il piano industriale di Italcanditi non ci convince e non ci soddisfa. Noi siamo qui a lottare perché vogliamo lavorare. E a Marradi c’è la nostra vita”. La voce di Jorgelina Betros quasi si perde fra i suoni del corteo che dal palazzo municipale si dirige verso lo stabilimento. Lei, di origine argentina, lavora da quasi trent’anni all’Ortofrutticola del Mugello, prima a raccogliere i marroni e poi in fabbrica per lavorare i marron glacé. E ora che la nuova proprietà vuol trasferire la produzione più pregiata a Pedrengo nel bergamasco, le 80 operaie – anche stagionali – della “fabbrica dei marroni” sono alla testa della manifestazione di protesta organizzata da Flai Cgil, Fai Cisl e amministrazione comunale.
“Giù le mani dalla fabbrica dei marroni”, avvisa lo striscione che apre il corteo. Dietro quasi un migliaio di donne e uomini, tanti per un paese che conta non più di tremila anime, arricchito dalle delegazioni operaie di aziende che si trovano nella stessa situazione, dal Cartonificio di Sesto Fiorentino a un gruppo di tute blu ex Gkn. Ci sono i sindaci del comprensorio mugellano con indosso le fasce tricolori, la vicepresidente regionale e assessore all’agricoltura Stefania Saccardi, anche i senatori dem Caterina Biti e Dario Parrini.
“Quello presentato di Italcanditi è un piano industriale lacunoso – spiega Mirko Borselli della Flai fiorentina – che non rispetta la storia di una fabbrica simbolo dell’Alto Mugello, con 35 anni di produzioni a chilometro zero e di altissima qualità. La lavorazione dei marron glacé in scatola deve restare qui, e vanno potenziate anche le altre produzioni”.
“Non è tardi per proseguire nel 2022 l’attività produttiva del marron glacé – osserva a fine manifestazione il soddisfatto sindaco Triberti – prendendo tempo per valutare un piano industriale serio, che valorizzi il territorio e la filiera, garantendo agli stagionali contratti che permettano la sopravvivenza economica. Non accettiamo la scelta di Italcanditi di spostare subito la produzione a Pedrengo, un piano di reindustrializzazione poco credibile, il contratto di soli quattro mesi per gli stagionali e la sostituzione delle linee di produzione”. Chiude Stefania Saccardi: “La Regione Toscana continuerà a stare al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori, delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni locali, che si stanno battendo per difendere i posti di lavoro e una produzione importante per l’economia di tutta la zona”.