Alta tensione ieri nel parlamentino della Comunità Autónoma di Madrid, dove avveniva il dibattito per l’insediamento della nuova giunta regionale a un mese e mezzo dalle elezioni del 4 maggio. La portavoce del partito di ultradestra Vox, Rocío Monasterio, i cui voti erano indispensabili per la rielezione della presidente uscente Isabel Díaz Ayuso (Partido Popular), ha pronunciato un discorso che il quotidiano El País, insieme al giornale digitale El Diario, definiscono «il piú estremista mai pronunciato nell’Assemblea regionale madrilena».

L’INTERVENTO, segnato da contenuti xenofobi e razzisti, è culminato con un duro attacco al consigliere di origini senegalesi Serigne Mbayé, di Unidas Podemos, leader del sindicato dei venditori ambulanti. «Il nostro problema con il signor Mbayé – ha detto la consigliera – non è che sia bianco o nero, alto o basso, ma che è una persona che è entrata nel nostro paese in modo illegale». «Il razzismo non trova spazio né in Spagna né in questa Assemblea», ha risposto Mbayè, che a marzo era già stato preso di mira da Vox: «Lo deporteremo», avevano scritto sull’account ufficiale del partito, nonostante la nazionalità spagnola. Monasterio, leader politica che si è fatta conoscere nella campagna elettorale di aprile a Madrid per i toni estremamente provocatori, non solo si è rifiutata di ritirare le sue affermazioni, ma le ha reiterate.

IL SUO MESSAGGIO D’ODIO piove come un macigno in un contesto sociale con segnali preoccupanti. Nella regione di Murcia, situata nel sud del paese, una delle più povere della Spagna e con un’importante presenza di immigrati impiegati nell’agricoltura, la scorsa domenica un ex militare ritirato ha assassinato in un bar di Mazarrón un giovane marocchino che aveva difeso dagli insulti razzisti la cameriera ed alcuni amici, presi di mira dall’aggressore. Pochi giorni dopo, una donna che faceva la fila per accedere al banco degli alimenti nella città di Cartagena ha pugnalato un’altra al grido di «ci tolgono il cibo!». La donna è rimasta ferita in modo serio ma non è in pericolo di vita.
Murcia è la regione dove Vox, partito senza rappresentanza politica in Spagna fino al 2018, fece il pieno di voti alle elezioni politiche del 2019 e dove è stato indispensabile per la nascita del governo di destra regionale.

L’ATTACCO AL CONSIGLIERE di Unidas Podemos non è stato l’unico elemento preoccupante del discorso di ieri a Madrid. La leader del partito di ultradestra ha chiesto al Pp, in cambio dell’appoggio di Vox al governo Ayuso, la cancellazione delle leggi regionali antidiscriminatorie del collettivo lgbti e delle leggi in tema di violenza di genere. Sono mesi che Vox si rifiuta di partecipare al minuto di silenzio che le istituzioni spagnole rispettano a seguito di femminicidi: il suo è un approccio negazionista verso un problema che, proprio in queste ultime settimane, torna a scuotere la Spagna con nuovi gravi episodi.

PER IL PP, PRINCIPALE partito della destra spagnola, la giornata di ieri è stata importante: fino al 2023 resterà infatti alla guida della regione della capitale spagnola, dove governa da ormai 26 anni. Bisognerà vedere però a quale prezzo. La vittoria di Ayuso il 4 maggio (45% dei voti) era stata netta, ma la sua dipendenza dall’ultradestra può diventare un problema per la formazione guidata da Pablo Casado. Casado che, nella manifestazione di domenica 13 giugno in plaza Colón, a Madrid, contro l’indulto ai leader catalani in prigione, aveva fatto in modo di non esser fotografato accanto al leader di Vox, Santiago Abascal.