Nel 1966 Luigi Nono realizzava nello Studio di Fonologia della Rai di Milano Ricorda cosa ti hanno fatto ad Auschwitz, brano rielaborato dai materiali su nastro creati per L’istruttoria di Peter Weiss. Proprio nei giorni in cui è più urgente il confronto sulla complessità della memoria e su chi possa sentirsene riguardato, Venezia rivisita una tappa della propria storia musicale con il riallestimento di Prometeo, formidabile dispositivo teatral-musicale di Luigi Nono. Se non è eseguita, la musica non può vivere, ma – naturalmente – anche qui la memoria è fondamentale. Il riallestimento di Prometeo è una produzione speciale dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC) che segna anche una tappa importante nella collaborazione con la Fondazione Luigi Nono e per le ricerche future sul compositore veneziano. Grazie a un accordo fra le due istituzioni, l’archivio di Nono, che dal 1993 è stato conservato e reso fruibile con cura e competenza alla Giudecca dalla fondazione presieduta da Nuria Schoenberg e da un appassionato gruppo di lavoro, entra negli archivi della Biennale e diventa parte di una vasta costellazione.

RACCOGLIENDO una sterminata combinazione di materiali che dal 1895 si sono andati assommando nelle varie sezioni della manifestazione, l’archivio della Biennale ha un carattere tutto suo. Da palazzo Corner della Regina, sistemato negli anni Ottanta, oggi sede della Fondazione Prada, si è passati alla sede di Marghera, con l’eccezione della Biblioteca, ospitata nel Padiglione centrale dei Giardini. Entra nella fase operativa la realizzazione della nuova sede del Centro Internazionale della Ricerca sulle Arti Contemporanee all’Arsenale, finanziato con i fondi dei grandi progetti dei Beni Culturali ma completato per una parte significativa dal fondo complementare al Pnrr, che impone di portare a termine le strutture per la fine del 2026. A marzo partirà il cantiere per realizzare il centro di oltre 8000 metri quadrati di edifici che scorrono in parallelo alle Corderie, suddivisi in spazi pubblici per accogliere studiosi e nei grandi, più moderni depositi.

ACCANTO a quello di Nono sono vari i fondi che sono confluiti di recente alla Biennale – dall’Archivio degli anni Fiat di Palazzo Grassi all’Archivio Luca Ronconi, dall’archivio dello storico dell’arte Luca Massimo Barbero al Fondo Tullio Kezich e altri ancora. Grazie all’accordo con la Fondazione Nono, la raccolta di manoscritti, appunti e studi preparatori per le composizioni, ma anche testi di natura teorica e politica insieme alle lettere, a 230 bobine di nastri, inclusi i materiali per le opere elettroniche e le registrazioni delle prime assolute, libri, partiture, fotografie registrazioni discografiche e altro ancora, vengono depositati nel nuovo centro dell’Arsenale, pur conservando la proprietà originaria. Verranno custoditi nella loro integrità, senza scorporarli, con l’intenzione di realizzare un più stretto dialogo con gli altri materiali su Nono e le stagioni musicali veneziane presenti nelle varie sezioni dell’archivio della Biennale. Le ricognizioni svolte mostrano che, tolta qualche naturale messa a punto, l’archivio è già in condizione di venire messo a disposizione degli studiosi, una volta aperto il centro. Beneficerà anche della consolidata esperienza della Biennale nel mantenimento dei materiali audiovisivi e nel loro trasferimento su ogni tipo di supporti, nastri, cassette, betacam, con i macchinari che ancora possono riprodurli.

Diventa quindi essenziale l’opera di digitalizzazione attualmente in corso alla Biennale. Debora Rossi, responsabile dell’Archivio Storico, conferma che «la sezione della rassegna stampa e dei manifesti è interamente digitalizzata, come pure tutti i positivi della fototeca, mentre è in via di completamento la digitalizzazione dei negativi e nei prossimi due anni andranno affrontate la mediateca e le questioni più delicate relative ai documenti storici». Quali ricadute potrà avere questa nuova vita dell’archivio di Luigi Nono forse verrà già discusso nella giornata di studi Prometeo ieri e oggi, che lunedì 29 gennaio alla biblioteca della Biennale vedrà presenti tanti dei protagonisti di quella stagione, già allora tutta rivolta al futuro.