Ha vissuto a mille all’ora Luca Gemma, cantante dei Rossomaltese, band folk rock milanese nelle cui fila ha militato nei novanta anche Pacifico. E poi autore in proprio di sei album a cavallo fra canzone d’autore e retaggi pop decisamente british. Con il nuovo Blues Songs mescola le carte per lanciarsi in un’operazione completamente diversa. Nove canzoni, sei selezionate dal suo vecchio repertorio e tre cover, Domenico Modugno (Lu grillu e la Luna), Ennio Morricone (Angel) e Paul Weller (Wild wood). Disco emozionante, giocato per sottrazione e pensato come una dichiarazione d’amore per il soul nero anglofono, ovvero quella capacità tutta britannica di rielaborare la tradizione black mantenendo salde radici inglesi.

«Il progetto – spiega Luca che domani sarà in concerto alla Salumeria della Musica di Milano – è nato da una circostanza molto semplice. Per la promozione del mio disco del 2012, Supernaturale mi sono ritrovato spesso a riproporlo dal vivo da solo e ho dovuto necessariamente riarrangiarlo e limitare la scelta a quei pezzi che potevano funzionare anche con una strumentazione molto ristretta. Da lì è nata l’idea di Blue Songs, perché molti brani prendevano una direzione e delle atmosfere decisamente intriganti. Li ho registrati nello studio casalingo e ne ho parlato con Paolo Iaffelice, il mio produttore, così il progetto è partito. Però abbiamo pensato anche alla crisi discografica e alle difficoltà del nostro mercato: un anno di lavoro per vedere bruciato tutto in poche settimane. Così ho pensato di inciderlo tutto in inglese così da allargare i confini…». Blue Songs ha scardinato un po’ i cliché, tanto che fra i lavori di Gemma su iTunes è quello più scaricato: «Sai, già il fatto che non è inserito nella categoria ’cantautorato’ ma sotto folk indie ha incuriosito una fetta di persone».

Gemma ha curato moltissimo la pronuncia in inglese e l’interpretazione, mai così aderente ai suoni e alle atmosfere della raccolta: «Sì, è vero, sulla voce ho lavorato moltissimo e questo riporta ancora all’uso dell’inglese. Quando scrivo in italiano mi accorgo è il testo a catturare l’attenzione. Mi fa piacere ma un po’ distraggono dalla qualità della musica ea da come la interpreti. Allora in questa occasione provo a dire: ok, mettilo sul piatto, ascoltalo e dopo prova a scoprire cosa sto raccontando».L’omaggio a Modugno era inevitabile: «Lo adoro e da qualche tempo suono dal vivo Lu grillu e la luna, dalla sua prima produzione in dialetto salentino che è quella che preferisco. Ho impiegato un po’ a trovare la chiave giusta ma alla fine credo di esserci riuscito». Doppio è invece l’omaggio per il pezzo di Morricone, al maestro e a Giuliano Gemma, visto che Angel era il brano portante di Una pistola per Ringo (1965): «Ero a un festival di cinema mediterraneo dove venivano proposti molti film italiani e Gemma era scomparso da pochi mesi. Il mio live set prevedeva pezzi del pierodo e nel cercare tra le colonne sonore di film da lui interpretati mi sono imbattuto in questo pezzo di Morricone, e ne sono rimasto folgorato. L’ho suonata fino a che non l’ho sentita addosso».