Dominic Cummings, il potente spin doctor consigliere particolare di Boris Johnson, già stratega della vittoria del leave del referendum su Brexit, è in mezzo alla bufera. Ne vogliono (i nazionalisti scozzesi del Snp, soprattutto) le dimissioni dopo che è emerso che, lo scorso 31 marzo, ha viaggiato per oltre trecento chilometri a nord dai genitori, a Durham, con la moglie e il figlio piccino in pieno lockdown e con sintomi di Covid-19.

La storia è stata sparata venerdì da Guardian e Daily Mirror (il tabloid filo-Labour) e Downing Street ha rilasciato una dichiarazione apologetica del comportamento di Cummings, che con sua moglie avrebbe avuto bisogno di aiuto nel babysitting, una delle deroghe eccezionali al divieto governativo di muoversi da casa che vigeva in quei giorni.

Cummings, cui si attribuiscono facoltà intellettive di molto oltre l’umano, interpretato sul piccolo schermo nientemeno che da Benedict Cumberbatch, ribattezzato Rasputin dai media pruriginosi sempre in cerca dell’intrigo, era stato visto allontanarsi come un ladro d’appartamento da Downing Street il 27 marzo, poco dopo che era stato annunciato che sia Johnson, sia il ministro della sanità Matt Hancock (entrambi ripresisi: uno prontamente, l’altro meno) avevano manifestato sintomi del virus. Arrivati a destinazione lui e la moglie Mary – Wakefield, aristo-caporedattrice dell’arci-tory Spectator, nonché negli anni duemila ospite fissa con i genitori-duchi a casa Menotti, a Spoleto, durante il Festival dei Due Mondi – sono rimasti in isolamento due settimane per poi, fortunatamente, entrambi guarire.

In un paese dove trasgredire e mentire in pubblico ufficio è ancora passibile di pena, si è levato il coro di dimissioni, soprattutto dopo che altre due figure di alto profilo sono state beccate mentre predicavano l’isolamento e razzolavano a zonzo: l’ex chief medical officer scozzese Catherine Calderwood e il prof. Neil Ferguson, l’epidemiologo consulente del governo che aveva ricevuto visite galanti nonostante il coprifuoco. Entrambi hanno già dato le dimissioni.

Nel frattempo il governo britannico, in brexittiana asincronia con l’Europa tutta, ha introdotto una quarantena draconiana per chiunque entrerà nel Paese. Alla quale ha fatto immediatamente seguito la rappresaglia francese: due settimane d’isolamento a chiunque arrivi dal Regno Unito.