L’Istituto nazionale per le malattie infettive «Lazzaro Spallanzani» ha consegnato al ministero della salute un parere favorevole all’accorciamento dell’isolamento per le persone positive al coronavirus. Lo «Spallanzani» raccomanda di portarlo a 5 giorni sia per gli asintomatici che per chi ha sintomi senza febbre da 24 ore, senza ulteriori test. E nei giorni successivi consiglia la mascherina a contatto con i fragili. Attualmente, la legge richiede un test negativo dopo 5 giorni e un isolamento massimo di 14 giorni. Seguendo il suggerimento dello Spallanzani l’Italia si allineerebbe ad altri Paesi in cui l’isolamento dura meno che da noi: 5 giorni in Germania, 7 in Francia (10 per i non vaccinati), nessun obbligo in Spagna e Regno Unito. «Siamo nella fase di responsabilizzazione dei cittadini e non degli obblighi», ha detto il direttore dello Spallanzani Francesco Vaia.

Abrogare l’obbligo di isolamento è ragionevole, dato che controllarlo è di fatto impossibile dopo la diffusione dei test fai-da-te. Ma per puntare sulla responsabilità individuale occorre fornire un’informazione scientificamente accurata. La riduzione dell’isolamento, invece, sembra avere motivazioni politiche – abbassare l’allarme – più che scientifiche. In realtà, i dati raccolti finora suggeriscono che con le nuove varianti la durata del periodo in cui si può trasmettere il virus non è cambiata, come mostrano due studi di istituti prestigiosi come il «Francis Crick» di Londra e l’università di Harvard (Boston) non ancora pubblicati su riviste scientifiche.

Il minore allarmismo appare giustificato dall’impatto diminuito della pandemia, che oggi occupa appena il 2% delle terapie intensive. Secondo Vaia, ciò è dovuto «a un virus indubitabilmente meno patogeno e completamente diverso da quello che tanti lutti ha determinato nel mondo». Un po’ come nel 2020, quando molti medici ottimisti avevano parlato di «virus indebolito» o «clinicamente morto» per essere smentiti dalle 80 mila vittime di Covid dell’inverno successivo. Al contrario, secondo il Centro europeo per il controllo delle malattie che analizza tutti gli studi sulla materia, la minore gravità della variante Omicron è tutta da dimostrare. La comunità scientifica ritiene che il minor numero di decessi sia piuttosto da attribuire alle vaccinazioni. Giustificare l’accorciamento dell’isolamento con una presunta mutazione del virus rischia dunque di risultare fuorviante.

Vaia ha ringraziato «a nome della comunità Spallanzani» Giorgia Meloni e il ministro della salute Orazio Schillaci, a suggellare l’ottimo rapporto tra l’istituto di ricerca e il governo di destra. Quello precedente aveva preso le distanze dallo Spallanzani in merito all’oscura collaborazione con la Russia sul vaccino Sputnik, che causò una fuga dei ricercatori migliori dall’Istituto. Meloni, all’epoca meno atlantista di oggi, aveva invece benedetto il vaccino di Mosca. Visto il feeling ritrovato, è probabile che il ministero adotti rapidamente le regole suggerite.