Il copione è ormai noto: il governo annuncia un provvedimento e poi si scopre che le risorse non ci sono. La novità questa volta sta nel fatto che la scoperta della mancata copertura nel caso del decreto Sblocca Italia è avvenuta prima ancora del Consiglio dei ministri di venerdì che deve varare il provvedimento.

Le voci sulle resistenze del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sono di lunedì. Ma ieri è arrivata un’implicita conferma dallo stesso collega Maurizio Lupi, il ministro più coinvolto nelle misure che «devono sbloccare le opere pubbliche incomplete dando volano alla ripresa».
Tornato alla casa del padre, il Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, Lupi ha cercato di smussare le polemiche con Padoan. Ma nel farlo ha dovuto ammettere che «può essere che una parte delle coperture sia anticipata con lo Sblocca Italia per non lasciare scoperti questi quattro mesi, e una parte a gennaio 2015 con la legge di stabilità» prevista per ottobre, confermando dunque che ad oggi i soldi – o buona parte di essi – non ci sono e non sono stati trovati.

E a conferma della magra figura fatta dal titolare delle Infrastrutture, nel pomeriggio si sono susseguite le prese di posizione di fonti di palazzo Chigi, viceministri e sottosegretari a rassicurare che «le risorse si stanno trovando». Arrivando addirittura a dover confermare l’esistenza stessa del decreto, come è toccato fare al sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini: «Lo Sblocca-Italia si farà, sarà un provvedimento molto corposo che darà una spinta agli investimenti», specificando che sulle risorse «il lavoro è in itinere e le scelte saranno fatte nelle prossime ore. L’ultima parola spetterà al presidente del Consiglio e al Consiglio dei ministri».
Poco prima da palazzo Chigi si chiedeva di «attendere la versione ufficiale che sarà definita nei prossimi giorni prima di ragionare su illazioni arbitrarie e anticipazioni scadute». Ma di certo non basterà il piccolo tesoretto da 3 miliardi annunciato da Lupi «legato agli effetti del bonus sulle ristrutturazioni, in grado di portare tre miliardi di Iva in più rispetto alle previsioni iniziali della Ragioneria di Stato».

A quanto pare l’incontro decisivo fra Maurizio Lupi e Pier Carlo Padoan dovrebbe tenersi domani, alla vigilia del Consiglio dei ministri di venerdì nel quale a prendere la decisione finale sarà come al solito Matteo Renzi. Il premier dovrà tuttavia fare i conti con le ristrettezze di bilancio fatte pesare nei giorni scorsi dal tecnico guardiano dei conti impostogli da Giorgio Napolitano al tempo della formazione del governo.

Ma dunque cosa conterrà in concreto il decreto che sarà esaminato dai ministri venerdì? E’ plausibile immaginare che delle faraoniche opere citate da Lupi ieri a Rimini («il collegamento dell’Alta Velocità e dell’Alta Capacità Bari-Napoli sarà il punto principale dello Sblocca Italia», e per questa opera «sarà necessario un investimento di 4,5 miliardi di euro con il cantiere che verrà avviato entro novembre 2015») rimarrà ben poco. E che a prevalere saranno la modifica dell’impianto normativo. Anche su questo ieri Lupi si è “tradito”: «Nello Sblocca Italia – ha spiegato il ministro – l’obiettivo principale è quello di sbloccare la burocrazia. Noi abbiamo la lotta contro la burocrazia, contro la lentezza delle procedure, contro i tempi che non finiscono mai, contro nessuna assunzione di responsabilità da parte di chi entro 90 giorni deve esprimere un parere e dopo il novantesimo giorno non esprime il parere ma non gli succede niente e nel frattempo continuiamo ad aspettare il parere: il cuore del provvedimento dovrà essere questo», ha concluso.

Sul tavolo ci sono poi la “stabilizzazione” dell’ecobonus al 65% per il risparmio energetico e il mantenimento dell’agevolazione al 50% per il recupero edilizio. C’è infine la questione “banda larga”: si pensava a un credito di imposta generalizzato al 70%, ma anche in questo caso le coperture per il provvedimento al momento non ci sono.

L’unico annuncio che il ministro Lupi è riuscito a fare è quello dell’arrivo dell’Alta velocità a Fiumicino e Malpensa, come da dichiarazione in pompa magna del nuovo Ad delle Fs Michele Mario Elia, condizione imposta da Ethiad nell’affare Alitalia.

La lista delle opere annunciate il primo agosto da Renzi era invece molto lunga e altre si erano inserite nei giorni scorsi (la metropolitana di Genova, ad esempio). Le risorse poi arriveranno in gran parte dai Fondi di coesione europei dedicati alle Regioni del Sud. «Lo Sblocca Italia è un provvedimento ambizioso per mobilitare 43 miliardi di risorse già disponibili e si occuperà anche di efficienza energetica, reti digitali e semplificazioni burocratiche», ha ribadito anche sabato scorso il premier Matteo Renzi. Venerdì vedremo se le cifre annunciate saranno confermate.