L’impiccione 39/. Ecco le accuse a Trump: abuso di potere e ostruzione
Usa I Democratici hanno presentato in conferenza stampa il loro piano per la richiesta di impeachment, che comunque rimane una remota possibilità a causa del passaggio al Senato. Intanto l'Fbi conferma: legittima l'indagine sulle origini del Russiagate
Usa I Democratici hanno presentato in conferenza stampa il loro piano per la richiesta di impeachment, che comunque rimane una remota possibilità a causa del passaggio al Senato. Intanto l'Fbi conferma: legittima l'indagine sulle origini del Russiagate
Dopo un’udienza tesissima alla Commissione Giustizia della Camera, i democratici hanno tenuto oggi alle 9 una conferenza stampa per presentare il loro piano di accusa per Trump: abuso di potere e ostruzione del Congresso. Secondo i Dem Trump ha violato il giuramento di fedeltà alla costituzione ponendo la propria carriera politica prima dell’interesse nazionale e ha operato in ogni modo possibile per ostacolare i tentativi di indagine.
L’annuncio dei democratici arriva il giorno dopo un’udienza che dire tesa è poco, durante la quale gli avvocati democratici hanno dichiarato che i rapporti di Trump con l’Ucraina rappresentano “un chiaro e reale pericolo”, mentre gli avvocati repubblicani denunciavano tutto il processo di impeachment come manipolatorio e corrotto. L’udienza è stata infuocata, molto più di qualsiasi altra prima di oggi, interrotta più volte da scambi furiosi tra i membri della minoranza repubblicana e i democratici alla guida dell’udienza.
I repubblicani hanno portato avanti una difesa sfilacciata sostenendo che i Dem non avevano dato loro abbastanza tempo per analizzare le prove e che comunque queste sono insufficienti, che il report ufficiale della commissione di intelligence in realtà è poco più che un leak, una fuga di notizie non confermata, a dispetto delle settimane di udienze portate avanti anche pubblicamente.
Barry Berke, avvocato democratico, ha preso di mira Stephen Castor, avvocato repubblicano. Berke ha accusato Castor di non avere mai affrontato direttanente una testimonianza chiave, quella di Jennifer Williams, collaboratrice del vicepresidente Mike Pence. Berke ha osservato che il rapporto repubblicano sull’impeachment afferma che Williams ritiene la telefonata fra Trump e il presidente dell’Ucraina uno scambio “insolito”. Secondo Castor, però, ciò non è degno di nota.
I toni si sono alzati rapidamente e lo scambio di battute tra i due avvocati del comitato ha suscitato diverse obiezioni procedurali da parte dei legislatori repubblicani che hanno ripetutamente cercato di opporsi alle domande di Berke a Castor, con ogni mezzo possibile.
Per interrompere l’escalation di domande, il deputato del Wisconsin, Jim Sensenbrenner, ha fatto obiezione affermando che Berker stava “dando fastidio al testimone”, alzando la voce quando il presidente della Commissione si è rifiutato di accogliere la sua istanza.
UN’UDIENZA INFUOCATA
Tutta l’udienza è continuata nello stesso tono fino al momento più surreale, quando le voci si sono nuovamente alzate in quanto repubblicani e democratici non riuscivano ad accordarsi nemmeno su quando fare una delle interruzioni previste come “bathroom break”, la pausa per il bagno.
Quando è stato il turno dei repubblicani di affrontare gli avvocati democratici il deputato della Georgia Doug Collins ha ricambiato, interrogando aggressivamente Daniel Goldman, a capo delle investigazioni della Commissione di Intelligence.
In un nuovo momento di tensione Collins ha praticamente urlato a Goldman di rivelare chi avesse preso la decisione di identificare i numeri di telefono dei giornalisti e dei membri del Congresso per verificarne gli scambi.
La commissione Giustizia della Camera statunitense, controllata dai Democratici, ha formalizzato le accuse contro il presidente Donald Trump nell’ambito del processo di impeachment, in cui il Congresso deciderà se rimuoverlo o meno dalla sua carica.
Alla fine la Commissione Giustizia della Camera ha deciso che Trump sarà accusato di abuso di potere e di ostruzionismo nei confronti del Congresso. L’accusa di abuso di potere riguarda le pressioni sul presidente ucraino Volodymir Zelensky affinché aprisse un’indagine su Joe Biden, per indebolirne la sua candidatura. La seconda accusa riguarda i tentativi di Trump di ostacolare le indagini del processo per impeachment, rifiutandosi di collaborare e impedendo ai membri della sua amministrazione di farlo.
COSA ACCADE ORA
Oggi i democratici formalizzano le accuse, poi la Camera dovrebbe approvare senza ostacoli le accuse nel giro di poche settimane. La parte in discesa per i democratici terminerà qui, in quanto poi la causa passerà al Senato dove si terrà il processo vero e proprio.
È ormai chiaro che il Senato, controllato dai repubblicani, non rimuoverà Trump per farlo decadere dal suo incarico. Perchè ciò accada servirebbe il voto di 67 senatori, cioè la maggioranza di due terzi e i Repubblicani hanno 53 seggi più il presidente cioè il vicepresidente Mike Pence. I Democratici controllano 45 seggi dei loro più 2 di senatori indipendenti che spesso votano con i Dem, uno di questi due è Bernie Sanders.
IL RAPPORTO DELL’FBI
Qesta non è stata l’unica notizia del giorno.
Michael Horowitz, ispettore generale del Dipartimento di Giustizia ha diffuso l’atteso rapporto riguardo l’indagine dell’Fbi sulle origini del Russiagate. Il rapporto ha stabilito che l’indagine dell’Fbi sui legami di Trump con la Russia non era motivata politicamente, come sostiene Trump, ma legittima. Nessun complotto dei poteri forti contro di lui.
Secondo quanto riferito, Horowitz nell’inchiesta non ha trovato “un pregiudizio politico”, ma “gravi fallimenti nelle prestazioni” del comitato elettorale di Trump, per cui i federali hanno avuto delle ragioni “adeguate” per indagare.
Il procuratore generale e fedelissimo di Trump, William Barr, ha sottolineato l’opinione condivisa da lui e dal presidente che gli investigatori sono comunque stati eccessivamente invasivi nell’indicare le persone associate alla campagna presidenziale repubblicana del 2016
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