5º Giorno dal voto della Camera sulla richiesta di Impeachment

Nuovo giorno e nuova deposizione resa pubblica Ieri è stata divulgata quella di Bill Taylor, il maggior diplomatico Usa in Ucraina. Taylor ha dichiarato di aver ripetutamente messo in guardia gli altri funzionari dal pericolo di legare l’assistenza economica militare in Ucraina alle indagini sui rivali politici del presidente Usa. In pratica l’ormai famigerato quid pro quo, lo scambio di favori sempre negato da Trump.

CHI È ROBERT TAYLOR?
Il 72enne Robert Taylor non è uno che gioca con la propria reputazione, ha studiato all’accademia militare di West Point e ha prestato servizio per sei anni come ufficiale di fanteria dell’esercito, anche in Vietnam. Taylor non si può descrivere come un radicale o un socialista, è una figura stimata nel mondo della diplomazia e ha prestato servizio sotto le amministrazioni di entrambi i partiti, dal 1985. Durante la presidenza di Bush jr è stato per tre anni ambasciatore a Kiev, e da allora è rimasto profondamente impegnato con il paese est europeo. «L’Ucraina è speciale per me» ha detto durante la sua deposizione, aggiungendo di credere nella «profonda importanza» del paese per la sicurezza americana.
Taylor ha affermato che il modus operandi della politica estera Usa è stato sovvertito da persone al di fuori della normale catena di comando, in particolare da Rudy Giuliani, avvocato personale di Trump e figura chiave di questo impeachement. La testimonianza di Taylor fornisce quello che potrebbe essere il resoconto più dettagliato di come e perché Trump abbia trattenuto gli aiuti militari all’Ucraina. Stando alla deposizione di Taylor, ad aver avuto l’idea del quid pro quo sarebbe stato Giuliani, che agiva nell’interesse di Trump.

DIPLOMAZIA A DUE CANALI

Taylor ha parlato di un «secondo canale» presente nella politica estera americana, che operava sotto il canale diplomatico ufficiale, con l’aiuto di Giuliani e Gordon Sondland, ambasciatore Usa presso l’Unione Europea. «Il canale regolare è costituito da tutte le nostre interazioni con l’Ucraina – ha spiegato Taylor – e una delle componenti importanti di queste interazioni è l’assistenza economica per la sicurezza. Questa è stata bloccata dal secondo canale. La mia preoccupazione era che, apparentemente su richiesta di Giuliani, l’ambasciatore Sondland e l’ambasciatore Volker stessero condizionando una componente importante della nostra assistenza per quella che alla fine sarebbe stata una mera azione politica». Giuliani e Trump hanno affermato che le indagini richieste all’Ucraina avevano lo scopo di sradicare la corruzione. La testimonianza di Taylor smentisce queste affermazioni. Mentre il «canale ufficiale» lavorava per rafforzare le istituzioni, quello irregolare si concentrava su «uno o due casi specifici, indipendentemente dal fatto che aiutassero a risolvere il problema della corruzione». Taylor ha detto che a un certo punto ha ordinato ad altri diplomatici di tenersi alla larga da Giuliani, e che le sue preoccupazioni erano condivise da John Bolton, ex consigliere dimissionario per la sicurezza nazionale. Il super falco Bolton ha lottato dietro le quinte per fermare Giuliani e Sondland. «Durante una riunione l’ambasciatore Sondland ha sollevato il tema delle indagini sui Biden – ha raccontato Taylor – e questo ha fatto drizzare le antenne a Bolton, che ha detto: ‘Qui non facciamo politica’».

LA REAZIONE DEI REPUBBLICANI

Dopo tre giorni in cui tutte le trascrizioni delle audizioni diffuse sono un coro unanime che descrive un quid pro quo con l’Ucraina, su cui incombe l’ombra inquietante di Giuliani, il Gop sembra in una fase di rifiuto della realtà. Diversi senatori repubblicani hanno ammesso di non aver letto le testimonianze e di non essere nemmeno intenzionati a leggerle. Il leader della maggioranza Gop al Senato, Mitch McConnell, ha detto senza mezzi termini che Trump verrà comunque assolto dal Senato, in qualsiasi processo di impeachment, per qualsiasi ragione. Non c’è pistola fumante che tenga. L’esempio più paradigmatico è quello di Lindsey Graham, presidente repubblicano della Commissione Giustizia del Senato. «Ho cancellato l’intero processo – ha dichiarato Graham – Penso che questo sia un mucchio di cazzate».

LE VARIE POSIZIONI DI GRAHAM

Solo un mese fa, proprio Graham aveva chiesto alla Camera di rilasciare le trascrizioni complete delle deposizioni a porte chiuse, affinché tutti potessero leggerle. Sempre il mese scorso, Graham aveva dichiarato ad Axios che avrebbe sostenuto l’impeachment di Trump se avesse visto che il presidente «era impegnato in un quid pro quo». Alla domanda sulla dichiarazione di Sondland che ha rivisto la sua testimonianza per dire esplicitamente che centinaia di milioni di dollari in aiuti all’Ucraina erano stati bloccati per forzare un annuncio pubblico delle indagini sui Biden, Graham ha risposto: «Beh, questa è la sua opinione». In realtà era una dichiarazione giurata. «Non sono proprio interessato all’intero concetto – ha tagliato corto Graham -. Questo per me è un problema fabbricato, creato da un informatore sconosciuto che deve essere invece reso noto».

L’IMPEACHMENT VA IN ONDA

Adam Schiff, presidente della Commissione di Intelligence della Camera, ha annunciato che a partire da mercoledi 13 novembre inizieranno le testimonianze in diretta TV. A quel punto starà al popolo americano decidere a cosa credere.