Prove tecniche di una sinistra possibile che vada dai civatiani a rifondazione passando per Sel ma anche per le associazioni e i movimenti che non hanno digerito le primarie liguri e provano a mettersi in gioco. Al teatro degli Zingari arrivano in tanti, troppi per il piccolo spazio messo a disposizione dalla comunità di Don Gallo, ma tutti convinti che il laboratorio di Rete a sinistra, nato come spazio in cui elaborare proposte politiche al di là degli schieramenti, debba diventare il luogo dove creare un’alternativa al partito che sostiene Raffaella Paita.

In sala tante figure note in città, dall’ex assessore regionale Franco Zunino all’attore Pino Petruzzielli ai consiglieri comunali della minoranza Pd e della lista Doria. Tanti interventi, rigorosamente di tre minuti ciascuno, per parlare non (ancora) di candidati ma di programmi. A raccogliere i primi applausi è il presidente provinciale dell’Anpi Massimo Bisca che ricorda la lettera inviata da alcuni ex partigiani al Pd dopo le notizie che esponenti della destra avrebbero sostenuto Paita: «Chiediamo che le radici della sinistra vengano salvaguardate – dice – l’antifascismo deve restare una discriminante. Le radici antifasciste sono frutto di tanti sacrifici e chi ha firmato quella lettera ci chiede di non dimenticare e di non renderli vani».

Il presidente dell’Arci Walter Massa ci crede: «Dobbiamo essere una forza inclusiva e aggregante. E’ tempo di una lista civica della sinistra ligure che indichi subito ai cittadini dieci proposte di legge per il governo della Liguria». Se il capogruppo alla Camera di Sel Stefano Quaranta è stato trattenuto a Roma, a parlare per lui è il deputato della minoranza Pd Luca Pastorino: «Ho creduto a lungo che si potessero cambiare le cose da dentro, ma ora non ci credo più. Non è mai facile lasciare casa propria o aspettare di essere buttati fuori, ma quando ti calpestano così bisogna prendere una posizione forte». Ma, ribadisce il parlamentare civatiano, «non siamo noi che ce ne andiamo perché noi non ci siamo spostati. Si sono spostati gli altri». Il progetto politico non lascia spazio a ripensamenti: «Abbiamo l’opportunità di parlare con la gente e costruire un progetto nuovo che superi anche l’esperienza di ciascuno di noi. Ce la possiamo fare e abbiamo anche il tempo per farlo».

Gli interventi si susseguono in un’ondata di entusiasmo e qualcuno, magari un po’ precipitosamente, già vede Genova come modello da esportare a livello nazionale.