Cominciano a vedersi gli effetti della criminalizzazione del dissenso studentesco perseguita con ostinazione dal ministro leghista all’Istruzione (e merito) Valditara. La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta, al momento a carico di ignoti, per il reato di invasione di edificio e danneggiamento riguardo l’occupazione di fine gennaio del liceo milanese Severi Correnti.

I CONSISTENTI DANNI che aveva riportato la scuola, valutati in circa 70 mila euro, l’avevano resa un set appetibile per la propaganda del ministro che proprio lì, durante la visita «a sorpresa» di lunedì scorso, aveva annunciato la sua proposta di bocciare chiunque occupi la propria scuola. Intanto nell’istituto sono cominciate le audizioni, sul modello inaugurato il mese scorso a Roma dal liceo Virgilio, per una cinquantina di studenti riconosciuti dai docenti nelle foto e nei video dell’occupazione. Seguendo la dottrina Valditara sarebbero colpevoli a prescindere. «Stiamo studiando una norma per far sì che chi occupa, se non dimostra di non essere coinvolto nei fatti, risponda civilmente dei danni. È una presunzione che solo dimostrando di essere del tutto estraneo uno può vincere», aveva detto il ministro. Per questo oggi un centinaio di studenti si è riunito, coinvolgendo diversi collettivi cittadini, in presidio sociale davanti alla scuola.

«IL MINISTRO con una mossa politica senza precedenti ostacola e vieta la presa d’iniziativa e il dissenso», hanno detto. Gli studenti e le studentesse hanno riconosciuto che la protesta non ha avuto un andamento positivo, «i tre giorni di occupazione sono terminati come nessuno di noi voleva», ma denunciano le «risposte repressive» e gli «intenti provocatori» delle istituzioni scolastiche e statali. «Questi ultimi giorni ci hanno ricordato di vivere in un clima che, a scuola come fuori, tende a isolare chi lotta. Si urla allo scandalo, si crea un mostro, lo si sbatte sulla prima pagina per una settimana e poi lo si reprime». Quanto ai danni, anche in questo caso è difficile stabilire quali siano stati causati dall’occupazione e quali fossero pregressi. E su questo punto i collettivi attaccano la stampa accusandola di aver «ribaltato il senso della pratica di occupazione» attraverso fotografie «fuorvianti»: «Le vagonate di merda che i media hanno gettato su questi abbagli di lotta ci fanno credere che chi decide di occupare potrebbe essere presto represso con più forza». Anche la Flc Cgil milanese ha preso posizione parlando di «bullismo istituzionale» da parte del ministro e condannando «senza esitazione questo modello, che fa male agli studenti e colpisce i diritti di tutti i lavoratori della scuola». Per il sindacato «anche da una situazione complessa come questa, si tratta di tirar fuori quello che serve per crescere, riconoscendo le proprie responsabilità ma in un contesto di diritto come scritto nella Costituzione, in cui chiunque è innocente finché non si dimostra il contrario. Se così non fosse – nota la Flc milanese – qualsiasi studente potrà vedersi accusato degli eventuali danni durante l’occupazione. Segnalati da chi? E se non sarà in grado di dimostrare la sua innocenza, sarà sanzionato con l’obbligo del risarcimento (caricato sulle famiglie se minorenne) e con la bocciatura senza la valutazione collegiale dei docenti?».

A ROMA E MILANO ieri mattina, vicino al Severi Correnti, sono apparsi due murales raffiguranti ragazzi in carrozzina con il cartello «Il futuro siamo noi!» di fronte a uno schieramento di agenti in assetto antisommossa. L’opera di Cristina Donati Meyer si intitola «Generazione di manganellati e bocciati». «Volevo evidenziare – ha detto l’artista – i più pesi e più misure adottati dalla maggioranza di destra: ai trattori e alle rivendicazione corporative i tappeti rossi, mentre ai giovani che protestano per la difesa del clima e agli studenti che osano occupare si riservano carcere e repressione».