La scuola come luogo di pena. Il ministro dell’Istruzione (e merito) Valditara è tornato a parlare delle occupazioni non solo per ribadire la sua linea punitiva ma per rilanciare: «Chi occupa una scuola e la danneggia va bocciato». Evidentemente per il governo di destra sono ancora insufficienti le misure pensate fino a ora per reprimere le occupazioni, tra richieste ai dirigenti di denunciare alle forze dell’ordine gli studenti, il «danno di immagine», la riforma della condotta e i processi sommari nelle scuole. Vogliono di più: la bocciatura certa.

Il ministro ha scelto il liceo milanese Severi Correnti per la sua esternazione, l’istituto è noto alle cronache per i 70 mila euro di danni causati dalla recente occupazione. Per il titolare di viale Trastevere si è trattato di «un’azione militare, di guerriglia. Qui ci sono diversi reati commessi: oltre all’interruzione di pubblico servizio, c’è danneggiamento e violenza privata» ha detto, persistendo sull’equiparazione tra dissenso e delinquenza. «Stiamo studiando una norma per far sì che chi occupa, se non dimostra di non essere coinvolto nei fatti, risponda civilmente dei danni che sono stati cagionati – ha dichiarato Valditara durante la sua incursione ‘a sorpresa’ nel liceo milanese -. È una presunzione che, solo dimostrando di essere del tutto estraneo, uno può vincere. Chi occupa, chi compie un atto illecito, deve rispondere dei danni.

Credo che studenti di questo tipo non possano essere promossi all’anno successivo».
Tutti colpevoli, quindi, a meno che non si riesca a dimostrare il contrario. La preside del Severi Correnti, Gabriella Conte, ha per adesso convocato un’ottantina di studenti, riconosciuti dai docenti o nelle foto, ma specifica: «Siamo amareggiati e arrabbiati ma non facciamo caccia alle streghe né processi». È partita una raccolta fondi per le spese che deve sostenere la scuola.

Le opposizioni, per un volta senza distinguo, attaccano l’escalation di sanzioni del ministro. «Il panpenalismo del governo è l’unica risposta che hanno per ogni questione ma con la paura e la repressione non si aiutano i ragazzi – ha detto la deputata Pd Ilenia Malavasi -. Lungi da me giustificare atti di danneggiamento o violenza, ma una scuola fondata sulla punizione e la repressione fallisce nella missione educativa». Per Elisabetta Piccolotti di Avs «quando si parla di scuola alla destra viene in mente solo di punire e di mostrare i muscoli, inventano processi sommari invece di capire che sta succedendo nel mondo giovanile».

Mentre le associazioni studentesche si dicono sconcertate: «Siamo ancora una volta criminalizzati» ha detto Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi. «La presunzione di colpevolezza e la creazione di una norma ad hoc per punire gli studenti che occupano rappresentano un ulteriore passo verso una scuola che educa sempre meno alla partecipazione e alla democrazia» denuncia la Rete, sottolineando anche che il ministro non darebbe ascolto «alle reali motivazioni che portano alle occupazioni e alle istanze degli studenti».

Intanto è crollato un pezzo del muro di propaganda costruito dalla destra nell’ultimo anno: secondo i dati forniti dallo stesso Mim, sono solo 1.669 gli studenti iscritti al nuovo professionale di 4 anni e addirittura 375 al liceo del Made in Italy, cioè una media di 4 iscritti per ognuno dei 92 licei attivati. Le due riforme dell’istruzione superiore su cui Valditara ha investito sono un flop. «Il governo si fermi, non si fanno le riforme contro il personale e contro gli studenti», ha chiosato la Flc Cgil.