Leu unita o federata? Vigilia tesa a casa Grasso
Domani l'assemblea Attriti fra Mdp e Sinistra italiana, oggi la riunione di coordinamento, Beatrice Brignone debutta al tavolo dei 'ragazzi di sinistra'. Il rebus del simbolo e il rischio di veto sul suo uso
Domani l'assemblea Attriti fra Mdp e Sinistra italiana, oggi la riunione di coordinamento, Beatrice Brignone debutta al tavolo dei 'ragazzi di sinistra'. Il rebus del simbolo e il rischio di veto sul suo uso
L’ultimo brivido ai suoi il presidente Grasso lo ha regalato ieri all’uscita dell’incontro con il presidente incaricato Conte. «Ho trovato in lui un modo di trattare i temi in sintonia con il mio, da giurista», ha detto ai cronisti, con un eccesso di benevolenza verso il futuro capo di una coalizione a presenza leghista. Poi una nota scritta ha chiarito: «Siamo convintamente all’opposizione».
Piccole sviste. Ma i veri guai per Leu non vengono dalle eventuali tentazioni «collaborazioniste». I guai potrebbero arrivare dalla riunione di oggi in vista dell’assemblea di domani all’Hotel Marriot di Roma. Apre Grasso, parlerà Laura Boldrini, già centinaia le prenotazioni di interventi «dai territori». Ancora non si sa se parleranno i ’seniores’ D’Alema, Bersani e Vendola. Oggi i segretari di Mdp, Sinistra italiana e Possibile si riuniranno con Grasso. Per il partito di Civati sarà la prima volta della neoeletta Beatrice Brignone al tavolo dei «ragazzi di sinistra». La discussione è delicata. L’assemblea di domani è decisiva per il futuro di Leu. E va detto che, nonostante la sostanziale assenza di piani B per tutti i soggetti in campo, alla vigilia non circola molto ottimismo.
Sul piatto, da una parte, c’è la proposta di Grasso e Roberto Speranza di procedere verso il partito unico con un «percorso costituente» entro l’estate. Dall’altra quella di Nicola Fratoianni di un «processo democratico» entro l’autunno. Sembra una sfumatura lessicale. Invece fra le due formule c’è un mondo.
Mdp ha fretta di eleggere «democraticamente» i gruppi dirigenti del nuovo soggetto, fin qui frutto di forzature preelettorali. Si invece vuole aprire una discussione sui «fondamentali» di quello che dovrebbe essere l’eventuale partito unitario: alleanze, collocazione europea, natura del soggetto. Spiega Fratoianni «Proponiamo un percorso democratico in tempi certi, un confronto per tesi, alla fine della quale fare una valutazione in tempi brevi. Fin qui, per ragioni ovvie, Leu è stata un processo verticale e rinchiuso nelle stanze. Ma da ora dobbiamo discutere in pubblico e restituire la scelta ai nostri iscritti».
Fra le differenze da comporre c’è il nodo della riapertura del dialogo con il Pd e quello della collocazione europea. Il secondo presto potrebbe non essere più un problema: i socialisti europei si accingono a candidare presidente della commissione il rigorista Moscovici, «impotabile» per Mdp. Alla fine il vero, eterno tormento resta il rapporto con il Pd e la ricostituzione del fatidico «centrosinistra». Il tema, riacceso quando sembrava imminente il voto anticipato, resta una mina sotterrata pronta a esplodere. Fratoianni chiede «una discussione aperta, leale e senza rete». Mdp teme l’allungamento dei tempi per di più senza garanzie di riuscita: «Rimandare ogni volta la decisione se fare o non fare un partito rischia di sfibrarci. Il rinvio permanente, quello che abbiamo praticato dal 4 marzo a oggi, ci indebolisce e ci condanna all’immobilità e al silenzio», ragiona Arturo Scotto di Mdp. Il timore di Mdp è che Si tiri per le lunghe e poi alla fine si sfili. «Alla fine tutti insieme potremmo decidere un manifesto, una piattaforma e le forme del soggetto: se un partito o una forma federativa», è l’idea di Fratoianni. Non lontana da quella di Brignone: «Dopo tanti errori, chiudersi in un congresso che parla solo a noi è un errore. Dobbiamo trovare il comune denominatore nella politica e non negli organismi di partito. Proponiamo un coordinamento che metta il gruppo parlamentare in condizioni di lavorare».
Dirimente è la questione dell’uso simbolo. Il problema non è cancellare il nome di Grasso, cosa già fatta nelle competizioni locali. Il punto vero è che per usarlo ci vuole l’accordo dei tre segretari più Grasso, che hanno depositato le firme dal notaio. Basterebbe un veto a renderlo inutilizzabile. E chiunque a fine «percorso costituente» si trovasse in minoranza, o in disaccordo, potrebbe interdirne l’uso. Un estremo a cui è vietato arrivare. «Per questo serve un percorso certo, un albo dei sostenitori, una data del congresso. Chi non è d’accordo, lo dica adesso», spiegano da Mdp.
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