Se c’è un compositore frequentato, amato e studiato dai coreografi del Novecento e successivi non c’è dubbio che tra i maggiori accanto a Mozart svetti Johann Sebastian Bach. L’adamantino splendore, quell’assoluta perfezione che scorre nelle partiture bachiane hanno sfidato nei decenni i più diversi autori, da George Balanchine a William Forsythe, da Mark Morris a Virgilio Sieni, da Trisha Brown a Emio Greco e Saburo Teshigawara. Nomi che istantaneamente confermano quanto la musica di Bach possieda un’energia ispiratrice in grado di trasformarsi in partiture di movimento di straordinario segno opposto. Heinz Spoerli, storico coreografo svizzero a lungo direttore del Balletto di Zurigo, nella sua carriera è stato più volte invitato al Teatro alla Scala, sia per l’opera (in questi giorni le sue danze accompagnano Il Pipistrello di Strauss), che per il ballo. Nel 2015 fu proprio sotto il segno di Bach a tornare in Scala montando per il Corpo di Ballo del Teatro il sofisticato Cello Suites nell’ambito del titolo dedicato all’incontro tra balletto e musica da camera.

E ancora è Bach, questa volta con quel capolavoro musicale che sono le Goldberg-Variationen, che ha riportato Spoerli alla Scala. Il balletto, che ha lo stesso titolo della partitura, debuttò a Düsseldorf nel 1993 ed è considerato uno dei maggiori lavori di Spoerli. Accompagnato al pianoforte da Alexey Botvinov, Goldberg-Variationen vede in scena una trentina di danzatori tra i quali, attraverso il susseguirsi delle variazioni, emergono coppie e solisti. Il linguaggio è astratto, la struttura gioca sul cambiamento di colore di costumi e fondali a partire dall’Aria, che torna poi a chiudere il balletto con tutto il cast in controluce.

Un segno coreografico dal timbro quasi ginnico più che intimamente dinamico caratterizza le variazioni musicali più brillanti, gli approfondimenti nei quali Bach vibra maggiormente sono quelli dei passi a due, in particolare ha convinto il lirismo sospeso di variazioni come la 25 con Martina Arduino e Marco D’Agostino, la 21 con Toppi e Del Freo, la 15 con Manni e Andrijaskenko. Plauso, come sempre, alla musicalità di Claudio Coviello, primo ballerino che ha un ruolo da filo conduttore nel balletto, e segnalazione particolare a Gioacchino Starace, tra le ultime rivelazioni del Ballo scaligero. Repliche fino al 22 marzo.