«Ci rivediamo qui tra un anno per i 200 anni dalla nascita di Karl Marx per discutere ancora sulle prospettive del marxismo e della sinistra» promette Alexander Buzgalin il fondatore del forum russo della sinistra «Alternative», che con il sostegno del Fondo Rosa Luxemburg, ha organizzato la 3 giorni di convegno internazionale a Mosca sull’«attualità dell’Ottobre».

Un’iniziativa straordinaria per estensione geografica dei partecipanti e qualità del dibattito. 60 forum ma anche spettacoli teatrali e film inediti hanno segnato le giornate moscovite: rivoluzione e cultura, filosofia e marxismo, eco-socialismo e sviluppo umano sono stati solo alcuni dei temi su cui gli oltre 1000 partecipanti si sono confrontati senza paracaduti ideologici.

La stessa composizione degli invitati provenienti da tutti il mondo non dava del resto altra possibilità che un confronto libero da diplomatismi. Dall’Italia la nostra Luciana Castellina. «Sono venuta a Mosca per la prima volta nel 1957. Era qui che volevo essere per il centenario dell’Ottobre», ha voluto sottolineare.

La delegazione cinese, con ben 23 professori provenienti dalle «università di marxismo» hanno con orgoglio sottolineato le «conquiste del socialismo di mercato» ma anche la necessità di operare per «ridurre le diseguaglianze economiche» e rendere sempre più «verde» il socialismo cinese.

Sulla Cina e sulla sua «via nazionale al socialismo» ovviamente non potevano mancare le polemiche e la richiesta di spiegazioni da parte di molti altri partecipanti al convegno. Importanti delegazioni di professori e studiosi anche da altri paesi dell’Asia come il Giappone e l’India ma anche dall’Europa e dagli Stati uniti.

Il clou è stata la tavola rotonda di domenica scorsa con Samir Amin il teorico marxista egiziano, di Kerstin Kaiser del fondo Rosa Luxemburg e già deputata della linke, di Liudimila Bulavka-Buzgalina dell’università di Mosca, di Savas Matsas professore di Atene e di Luciana Castellina di Sinistra italiana.

Samir Amin ha sostenuto le vie nazionali al socialismo e la necessità di alleanze con potenze come quella russa. secondo Amin il cuore della trasformazione socialista resta nei paesi in «via di sviluppo» e non nei paesi capitalistici avanzati. Amin ha rivendicato appieno l’esperienza sovietica: «Sono per il socialismo in un paese solo, immaginare rivoluzioni internazionali o simultanee è insensato», ha affermato lo studioso egiziano.

Una posizione che ha lasciato qualche dubbio a Kerstin Kaiser che si è detta convinta che la necessità di riflettere ancora sulla «tragedia staliniana e sul terrore», sostenendo poi la necessità di una maggiore integrazione delle forze di sinistra in europa: «Se l’esperimento greco è finito male è anche perché abbiamo fatto poco in europa per sostenerlo», ha detto.

Liudimila Bulavka-Buzgalina ha sottolineato come nell’esperienza sovietica, soprattutto nei primi anni «si è assistito a un grande tentativo di trasformazione spirituale e culturale non solo di impronta comunista ma anche anarchica e democratica radicale» che non deve essere disperso.

Dopo l’intervento di Luciana Castellina (che riportiamo qui), ha concluso l’assemblea Savas Matsas che ha rivendicato il carattere mondiale della rivoluzione d’Ottobre e la sua attualità in un mondo ancora devastato da guerre e crisi. «Dobbiamo tanto all’Urss che ci ha salvato dal nazismo. Non a Stalin, ma a quei 25 milioni di sovietici che sono morti nella Seconda guerra mondiale».

A San Pietroburgo intanto continuano le celebrazioni organizzate dal Partito comunista di Zjuganov con la presenza di 103 partiti comunisti provenienti dai 5 continenti. Qui il clima è diverso, segnato da una certa ufficialità. Il richiamo acritico non solo all’esperienza dell’Urss ma anche dello stalinismo è risultato perfino esagerato, in alcuni momenti, per un partito che si prepara a contendere la presidenza a Putin nel prossimo marzo.

Di certo a Zjuganov non basterà per arrivare al Cremlino la giusta battaglia contro la rimozione del mausoleo di Lenin perorata dal governatore ceceno Kadyrov ma anche dalla stella nascente dell’opposizione liberale Xenya Sobchak (e su cui si attende la parola finale di Putin).

Fuori dal coro dell’assise l’intervento del segretario di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo che, pur rivendicando i grandi risultati del «socialismo reale», ha voluto omaggiare le vittime del terrore stalinista e ha perfino citato le critiche di Kropoktin a Lenin sull’autogoverno, «così tanto amate dal compagno Chavez».