Una delegazione di leader dell’Articolazione dei popoli indigeni del Brasile (Apib) è in Italia per lanciare la campagna «Sangue indigena, non una goccia in più». L’Apib rappresenta la maggior parte delle popolazioni native che vivono nella foresta e include al suo interno molte altre organizzazioni. La delegazione è composta da rappresentanti provenienti da luoghi diversi e distanti. Tra loro ci sono Célia Xakriabá, Alberto Terena, Kretã Kaingang e Elizeu Guarani Kaywoá. Il «cognome» indica il popolo di appartenenza.

NELLA TARDA MATTINATA di ieri sono intervenuti in una conferenza stampa ospitata da Greenpeace Italia per presentare gli obiettivi della campagna che porteranno in 12 paesi europei, fino al 20 novembre prossimo. L’Apib denuncia lo sterminio dei leader indigeni, le violazioni dei diritti umani, la devastazione della foresta. «I governi precedenti chiudevano un occhio su questi crimini, quello di Bolsonaro li incoraggia», hanno detto tra i vari interventi.

LA CAMPAGNA ha l’obiettivo di far conoscere nel Vecchio Continente ciò che sta accadendo in Amazzonia e in altri luoghi ricchissimi di biodiversità, come la grande savana tropicale del Cerrado brasiliano o la foresta Atlantica, dalla voce dei diretti interessati. In queste aree i processi di deforestazione causati dalle industrie del legname, dall’agrobusiness e dalla costruzione di grandi infrastrutture (come dighe elettriche o strade) stanno distruggendo un enorme patrimonio naturale e le stesse possibilità di sopravvivenza delle popolazioni originarie.

ATTRAVERSO LA DENUNCIA di simili fenomeni, l’Apib vuole fare pressione sulle istituzioni dei paesi Ue e su quelle comunitarie. Ieri la delegazione ha avuto un incontro interlocutorio con rappresentanti del ministero dell’Agricoltura e dell’Ambiente del governo italiano. Tra le preoccupazioni principali c’è il trattato di libero scambio Ue-Mercosur. L’Europa è già tra i principali importatori di materie prime brasiliane – soprattutto legno, carne e soia – prodotte spesso in zone di conflitti socio-ambientali. L’ulteriore deregolamentazione degli scambi commerciali introdotta dall’accordo peggiorerà drammaticamente la situazione.

L’APPELLO DEI LEADER INDIGENI non è soltanto ai governi, ma anche agli abitanti dei paesi europei e alla società civile. Chiedono una maggiore attenzione rispetto ai prodotti consumati quotidianamente, ma anche alla destinazione dei nostri soldi. I capitali di assicurazioni, banche e fondi di investimento svolgono un ruolo determinante nella deforestazione dell’Amazzonia.

«LA TERRA È CORPO e i corpi sono Terra, vivono e crescono insieme, insieme vanno difesi», ha detto Célia Xakriabá. In queste poche parole si intravedono le convergenze tutt’affatto ideali tra i grandi movimenti ecologisti e femministi che stanno scuotendo il pianeta.