Ogni giorno nel canale di Sicilia perdono la vita in media almeno cinque migranti. Il tragico computo dice quindi che al mese muoiono 150 persone davanti alle nostre coste. La conta delle vittime di Fortress Europe, il blog di Gabriele Del Grande che monitora la tragedia dei migranti, ci dice che dal 1988 sono morte lungo le frontiere dell’Europa almeno 19.142 persone. Di cui 2.352 soltanto nel corso del 2011. La maggior parte (1.800 tra morti e dispersi) sono stati inghiottiti dal Mediterraneo. Il dato è aggiornato a ieri e si basa sulle notizie censite negli archivi della stampa internazionale degli ultimi 24 anni. Sono cifre note che registrano uno stillicidio quotidiano che avviene nell’indifferenza generale.

Sono passati 17 anni dalla tragica notte di natale del 1996 quando 283 migranti, provenienti da India, Pakistan e Sri Lanka, morirono nel naufragio della Yohan al largo di Porto Palo (nel siracusano, in Sicilia). I superstiti tratti in salvo furono solo 17. Fu la più grande tragedia navale del mediterraneo nel dopoguerra. Da allora il susseguirsi di morti e dispersi ha anestetizzato le coscienze e distolto l’attenzione dei media. Solo tre giorni fa 13 migranti sono annegati a pochi metri dalla costa di Scicli, la spiaggia del commissario Montalbano, ma la notizia è passata quasi inosservata nell’Italia alla prese con le convulsioni del governo Letta.

E chi ricorda più i 50 corpi ritrovati nel giugno del 2003 al largo della Tunisia? I cento dispersi del marzo 2009 o anche solo le decine di naufraghi aggrappati alla gabbie per l’allevamento dei tonni recuperati lo scorso giugno? Fare l’elenco delle stragi nel mare (ma i migranti muoiono anche sui camion) adesso è troppo facile. L’immigrazione nel corso degli anni è diventata un terreno di battaglia politica alla ricerca del consenso facile sulla pelle di uomini, donne e bambini disperati. Da una parte le destre e la Lega, dall’altro il centrosinistra troppo spesso sulla difensiva se non addirittura impegnato a farsi vedere inflessibile proprio nell’azione di contrasto alla cosiddetta immigrazione clandestina.