Lavoro

La strage impunita: «Il lavoro uccide più della mafia»

La strage impunita: «Il lavoro uccide più della mafia»Sit-in contro le morti sul lavoro – LaPresse

Il caso La denuncia della Uil: «Morti 55 mila lavoratori, 7 mila persone per la criminalità Il segretario Bombardieri critica il governo, linciato dalle destre. Emma Marrazzo, madre di Luana D'Orazio: "Deve cambiare tutto, modo di pensare e cultura del lavoro. L’Italia è bella. Sono alcuni italiani che fanno schifo". Il 6 luglio manifestazione nazionale a Latina

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 29 giugno 2024

Dopo la tragedia di Luana «ho capito perché si chiamano morti bianche, perché non paga mai nessuno». Lo ha detto Emma Marrazzo, la madre di Luana D’Orazio, l’operaia 22enne morta il 3 maggio 2021 mentre stava lavorando a un orditoio a Montemurlo (Prato). La donna ha pronunciato queste parole durante la presentazione ieri a Roma di un’analisi della Uil redatta dallo studio Devitalaw dal titolo «Il lavoro che uccide, la strage impunita». «Mi sono sentita dire dal ministro della giustizia Carlo Nordio – ha detto Emma Marrazzo – No, l’omicidio sul lavoro no, perché c’è quello sugli incidenti stradali e non è servito a nulla, anzi sono aumentati. Sono aumentati proprio perché non ci sono le pene».

«LA MINISTRA Elvira Calderone dovrebbe venire a vivere a casa mia, venire a vedere. La gente mi dice che prova a immaginare. No, non s’immagina, non vivi e non hai la forza nemmeno di alzarti per scendere a fare il caffè. C’è quella porta lì che sai non si aprirà più. Questa è la triste realtà. Domani sarà il compleanno di Luana. Non ci sto. Con la patente a crediti non ci siamo. Deve cambiare tutto, modo di pensare e cultura. L’Italia è bella, la dobbiamo mantenere. Sono alcuni italiani che fanno schifo. Ci dobbiamo vergognare di alcuni italiani, non dell’Italia». Quanto alla battaglia per avere giustizia Emma Marrazzo ha aggiunto: «Lotterò sempre, anche perché c’è un processo in corso per il manutentore e voglio che questo processo finisca come deve finire, non che ci si arrampichi sugli specchi oppure che venga assolto anche lui. I datori di lavoro sono stati condannati, ma per me è come se fossero stati assolti».

 

Emma Marrazzo, madre di Luana D’Orazio: “Deve cambiare tutto, modo di pensare e cultura del lavoro. L’Italia è bella. Sono alcuni italiani che fanno schifo” (Foto Ansa)

LA TESTIMONIANZA di Emma Marrazzo vale più di ogni altro commento ai dati tremendi sulle morti del lavoro pubblicati nel rapporto Uil. La sintesi è questa: il lavoro uccide più della mafia. Se in 35 anni, dal 1983 al 2018, la criminalità organizzata ha uccido circa 7 mila persone. Nello stesso periodo gli incidenti sul lavoro hanno lasciato una scia di sangue di 55 mila morti. «Una strage silenziosa» che, solo dal 2014, ha mietuto 1200 morti ogni anno tra i lavoratori e le lavoratrici.

«BASTEREBBE IL SILENZIO dopo questa testimonianza – ha commentato il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri – ci siamo stancati delle chiacchiere e delle conferenze stampa, io riprendo la proposta della mamma di Luana: la ministra del Lavoro vada a vivere due giorni a casa sua a vedere cosa vuol dire. Nessuno parla di cosa succede dopo la tragedia. Il caso di Luana D’Orazio è emblematico: chi ha manomesso i sistemi di sicurezza portando alla morte di una lavoratrice è stato multato con 10mila euro. 10mila euro di multa? Un po’ come la patente a crediti, che fra l’altro si può applicare solo alla fine del percorso giudiziaria. Tradotto: mai».

«NON C’È LA VOLONTÀ politica di affrontare questo problema -ha continuato Bombardieri – C’è il vizio di fondo della riforma Cartabia che rischia di mandare in prescrizione centinaia di processi. E questo è già grave. Avevamo chiesto la procura speciale sulla sicurezza del lavoro che serve a fare un coordinamento delle notizie e dei dati che oggi non c’è. Se il Capo dello Stato e il ministro Nordio dicono che la procura speciale non serve, allora ci diano questi dati: quanti processi, quante condanne e quante assoluzioni ci sono stati. Chiediamo giustizia».

L’EFFICACIA DELLA CRITICA di Bombardieri è stata misurata ieri dalle reazioni scomposte e strumentali tra le fila della maggioranza. Toccati nel vivo, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno provato a sottoporre il segretario della Uil al trattamento che di solito riservano ad altri avversari. Bombardieri avrebbe usato toni inaccettabili, avrebbe sfruttato una tragedia per fare polemica e si sarebbe scagliato contro Calderone e non contro il predecessore Andrea Orlando. «Più che attaccarsi a una battuta la destra si confronti con i problemi di merito posti dal sindacato – ha replicato Arturo Scotto (Pd) – La patente a punti non funziona, le prescrizioni sugli incidenti sul lavoro sono intollerabili, l’assenza di misure di contrasto al lavoro nero sono evidenti». Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi Sinistra ha denunciato il «linciaggio delle destre» contro Bombardieri.

L’OMICIDIO del bracciante indiano Satnam Singh a Latina continua a scuotere la mobilitazione sindacale. Il prossimo 6 luglio la Cgil, assieme alle associazioni della società civile, sarà nuovamente in piazza a Latina per una grande manifestazione nazionale. Ieri, in regione Lazio, la Cgil di Roma e del Lazio ha chiesto una «task force» per contrastare il caporalato. Il preidente della regione Francesco Rocca ha annunciato «tolleranza zero». Interessante, a questo proposito, un’altra valutazione di Bombardieri: «Le assunzioni di ispettori non bastano, si è visto a Latina. Mi pare chiaro che ci sia la volontà di non fare fastidio a chi produce, alle associazioni datoriali. A Latina mi sono convinto che ci sia una extraterritorialità politica ma noi non ci fermiamo»

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