Fedele al desiderio di proporre un festival di approfondimento, MilanOltre ha dedicato più di un focus alla danza italiana. Uno dei più significativi è stato su Enzo Cosimi, coreografo maggiore tra i nostri, autore dagli anni Ottanta di titoli chiave come Calore e il bellissimo Sopra di me il diluvio con Paola Lattanzi. Quattro i pezzi portati al festival, tra cui la ripresa di Bastard Sunday, dedicato a Pasolini, straordinario lavoro ancora con Paola Lattanzi che recensimmo da Ferrara anni fa, e La Bellezza ti Stupirà, presentato nello spazio dello stilista Antonio Marras, autore dei costumi, e realizzato con la collaborazione della Fondazione Arca Onlus: 45 minuti che disarmano lo spettatore, portandolo a riflettere sul proprio sguardo.

La prima edizione fu a Cagliari, ma La Bellezza ti Stupirà è una sorta di laboratorio che rinasce ogni volta con nuovi protagonisti. Homeless, gente senza fissa dimora, uomini e donne dentro la folla di poveri incontrati ogni giorno per strada. Lo spazio a Milano è quello di una passerella, gli homeless arrivano uno dopo l’altro, in silenzio. Si inchinano a prendere il loro abito da un mucchio di stracci (citazione da La Venere degli stracci di Pistoletto), se lo appoggiano addosso, avanzano camminando tra le due fila di pubblico.

Li osserviamo, così regali nel loro incedere, accompagnati al violoncello da una giovane musicista. Si uniranno a intonare un semplice eppure grandioso canto di battaglia. La proiezione di interviste con i senzatetto chiude la dolente e fiera sfilata di questi magnifici «principi» della strada, re e regine di un popolo ignorato la cui dignità si rivela sotto gli abiti luminosa e indimenticabile.
Focus dal segno differente quello riservato all’Elfo Puccini a Roberto Zappalà e alla sua compagnia catanese. In scena oltre alla ripresa di Romeo e Giulietta 1.1 (la sfocatura dei corpi), I am beautiful. Questo secondo titolo è un inno alla danza e al movimento, alla forza trascinante degli unisoni, sulla partitura musicale dei Lautari. La coreografia percussiva si sviluppa in vortici che portano a compimento singole cellule di movimento, variandole in dinamica e spazialità.

Flusso che si nutre della sua natura, rendendo i danzatori specchio della danza stessa. Un focus che ha messo in luce ancora una volta la ricchezza del lavoro di Zappalà, da ieri al 29, a Catania, nel suo Scenario Pubblico, con 24 préludes, e con La Nona il 10 novembre in Cina a inaugurare a Xi’an lo Shaanxi Gran Theatre.
Tre i titoli riservati da MilanOltre al collettivo milanese Fattoria Vittadini, in scena Mattia Agatiello, Chiara Ameglio, Cesare Benedetti, Noemi Bresciani, Pieradolfo Ciulli, Maura Di Vietri, Francesca Penzo, Riccardo Oliveri, MariaGiulia Serantoni, Vilma Trevisan.

Tre spettacoli per i dieci anni di storia insieme, da cui emerge la particolarità di un gruppo che costruisce il suo repertorio sull’incontro tra la creatività del singolo e il linguaggio di coreografi di diversa provenienza. Così è nel corrosivo To this purpose only del 2013 dedicato a drammi, bellezza e cliché della nostra Italia, del duo berlinese matanicola (Nicola Mascia e Matan Zamir); nel vorace Salvaje, su coreografia di Daniel Abreu, ma soprattutto in quello che può essere definito il titolo manifesto del gruppo MY.TRUE.SELF.revisited di Maya Weinberg (2010-2017), che strizza l’occhio all’arte provocatoria di Gilbert & George e alle loro «living statues» e in cui con humour e capacità trasformista ogni danzatore dà voce con personalità alla forza del collettivo.
La retrospettiva ha ripreso ieri al Filodrammatici con il duetto iLove (Benedetti/Olivier) e il debutto del ritratto pop Omosessuale di e con Olivier. Novità a firma Penzo, Bresciani, Serantoni tra novembre e dicembre in altri spazi della città