C’è chi ha dovuto aspettare 80 ore per entrare in Polonia, il paese che qualche mese fa si era misurato con una altra crisi migratoria, al confine con la Bielorussia. Ma guai a fare paragoni con quello che sta accadendo adesso sul versante orientale dell’Ue. Allora Varsavia aveva adottato una crudele e indiscriminata politica di respingimento nei confronti dei migranti mediorientali intrappolati al confine. Niente push-back questa volta, la Polonia ha dato il via libera ad almeno 700mila attraversamenti sul proprio territorio da quando è cominciata l’invasione dell’Ucraina. «Il 98% dei cittadini in fuga dall’Ucraina vuole restare in Polonia. Le persone di altri paesi la considerano come una meta di passaggio. C’è chi vuole andare ad ovest e chi invece preferisce tornare nel proprio paese», ha spiegato il viceministro dell’Interno polacco Paweł Szefernaker.

LA POLONIA E IL SUO mercato del lavoro sperano di accogliere e assorbire al meglio chi sceglierà di restare nel Paese sulla Vistola. Per loro è pronto un permesso di soggiorno immediato prorogabile fino a due anni grazie alla direttiva Ue. E che ne sarà invece degli altri? Centinaia di migliaia di nordafricani avevano scelto l’Ucraina per studiare anche in virtù dei costi di iscrizione più bassi rispetto a quelli occidentali. E poi ci sono i cittadini provenienti dal subcontinente indiano e dall’Asia centrale che sperano di raggiungere la capitale polacca per prendere il prima possibile un volo di ritorno a casa. Ma è un viaggio che si preannuncia difficile già alla partenza: «All’inizio della settimana ci è giunta voce sul versante ucraino di cittadini stranieri respinti indietro nelle file per attraversare o ai quali è stato reso più difficile l’ingresso in Polonia», racconta l’avvocata Marta Górczynska che collabora con l’ong polacca «Helsinki Foundation for Human Rights».

E DAL LATO POLACCO come vanno le cose con i cittadini di paesi terzi? «Non siamo a conoscenza di nessun caso di respingimento da parte della polizia di frontiera. Eppure la situazione di queste persone è comunque più difficile rispetto a quella degli ucraini. Una volta entrati non hanno nessuna garanzia di restare in Polonia. E poi ci sono anche gli ostacoli legati a differenze linguistiche e culturali, spesso notevoli rispetto a quelle che sussistono invece tra polacchi e ucraini», precisa Górczynska. «Esiste un problema serio con le persone sprovviste di permesso di soggiorno in Ucraina. Non sanno che cosa aspettarsi adesso. E poi in Polonia mancano le ambasciate di alcuni paesi», spiega invece Krzysztof Jarymowicz dell’organizzazione «Foundation for Freedom». Questa settimana ad esempio l’Ambasciata della Costa d’Avorio in Germania era andata a riprendersi i propri cittadini al confine dopo aver raggiunto la Polonia.

«NON CI SONO LIMITI al numero di profughi che siamo pronti ad accogliere, indipendentemente dalla loro provenienza», ha dichiarato ieri il presidente polacco Andrzej Duda durante una visita al posto di frontiera di Korczowa, nel voivodato della Precarpazia. Eppure non è stata affatto una settimana facile per i cittadini non ucraini che hanno trovato rifugio in Polonia. Lunedì la notizia del tentativo di rapina di un commerciante da parte di un nordafricano a Medyka, aveva fatto il giro dei social network tra gli utenti dell’estrema destra in Polonia. Il villaggio di Medyka, situato vicino all’omonimo valico di frontiera, dista appena 13 chilometri dalla città di Przemysł. E lì che il giorno dopo sono partite le prime ronde autorganizzate nei confronti dei profughi dall’aspetto «meno slavo». A farne le spese tre cittadini indiani attaccati da una banda di ultras neofascisti nei dintorni della stazione ferroviaria, trasformatasi negli ultimi giorni in un vero e proprio centro di accoglienza. A gettare benzina sul fuoco anche alcuni politici locali: «In qualità di consigliere comunale di Przemysł chiedo al governo del mio paese di dare una sistemata ai ”banditi” con un colore della pelle diverso che si mascherano da profughi ucraini», aveva dichiarato in un post virulento su Facebook, Andrzej Zapałowski. Negli ultimi giorni la polizia locale ha smentito prontamente il verificarsi di altri episodi simili ma la situazione resta comunque tesa.