Il taxista fatica a trovarlo ma alla fine, in via della Stazione Tuscolana 84, ecco lo Scup, luogo amico della sinistra, alle otto di sera già pieno di lettrici e lettori che hanno prenotato un posto a tavola per la cena organizzata da Ivano Di Cerbo che nella comunità romana del manifesto non ha bisogno di presentazioni. Purtroppo le prenotazioni hanno superato la disponibilità dei posti e più di cento persone non hanno potuto partecipare alla serata (ci sarà una prossima occasione, promesso).

E’ stata una lunga, piacevole catena di baci, abbracci, saluti, un modo per ritrovarsi, riconoscersi , ma anche per incontrare chi era arrivato fin lì, oltreché per dare la propria solidarietà anche per vedere di persona quelle firme che legge magari da quarant’anni senza però averle mai conosciute («scusa la sfacciataggine, ma c’è qui, qualcuno di quelli che io leggo sul giornale?»). Molte vecchie querce fedeli alla causa manifestina, ma anche ragazzi, come i due adolescenti che hanno accompagnato un padre, orgoglioso lettore della prima ora, che ci tiene a tramandare la tradizione della lettura quotidiana ai suoi ragazzi, quelli che la mattina uscendo di casa «mamma oltre al pane prendo anche il manifesto?».

Magari non te lo aspetti, e invece c’è anche chi è venuto da lontano e se ne va prima della fine della serata perché deve prendere un treno. Arriva invece da un quartiere vicino Ascanio Celestini (tra le star della nostra campagna iorompo.it), che prende il microfono per un saluto trovando le parole nella storia del paese, quando i migranti dal sud al nord eravamo noi, quando i minori non accompagnati erano i ragazzi che non andavano a scuola perché dovevano lavorare in fabbrica.

«Che succederà il 26 gennaio nelle elezioni emiliane?», «ma questo Zingaretti ce la farà a cambiare….», «ma come si fa a convincere chi vota Salvini che tutto quello che dice non è vero? che i migranti non guadagnano 35 euro al giorno?».

Tutte e tutti quelli che sono seduti nel grande capannone bianco, con iorompo.it hanno partecipato alla battaglia in difesa della libertà e dell’autonomia del giornale. Una raccolta fondi iniziata in primavera e in dirittura d’arrivo concludendosi il prossimo lunedì 20 gennaio (su queste pagine vi daremo conto dei risultati). Quel che è certo è che abbiamo ricevuto da tutti voi una ulteriore conferma della forza della nostra community, della nostra grande famiglia. Dico famiglia perché tra chi manda in edicola ogni giorno il giornale e chi lo acquista non solo c’è una forte comunanza di cultura politica, ma c’è anche un grande, complice affetto.