È stato un pomeriggio estenuante, ma dopo quasi due ore di discussione il Consiglio direttivo della Lega Nazionale Dilettanti ha sfiduciato all’unanimità il presidente Felice Belloli, da 6 mesi alla guida del dilettantismo italiano e sotto accusa per la triste uscita sulle «4 lesbiche» del calcio femminile. Ieri Belloli ha provato l’ultimo, disperato tentativo di salvarsi: dopo aver ottenuto il rinvio della discussione sulla sua posizione (inizialmente prevista per mercoledì), ha lasciato l’aula annunciando che non si sarebbe dimesso; una volta fuori dall’aula, è toccato al vice-presidente vicario Antonio Cosentino (delegato al calcio femminile e per ora scelto come reggente) mettere ai voti la mozione di sfiducia.
Nei prossimi giorni la palla passerà alla Figc di Tavecchio (di fatto commissarierà la Lnd nominando un membro tra quelli del Consiglio federale). Intanto fa sapere che a fronte dei fatti di ieri «la finale di Coppa Italia femminile Brescia-Tavagnacco si disputerà regolarmente» sabato prossimo.
Ai cori di indignazione di questi giorni, da ieri pomeriggio fanno da contraltare voci di giubilo per la decisione del Consiglio. «Temevo non venisse sfiduciato» confessa Giulia Di Camillo, centrocampista del Chieti e co-redattrice con la sorella Giada di Donne nel pallone, settimanale sul calcio femminile ospitato dal portale del giornalista sportivo Gianluca Di Marzio. «Fortunatamente è stata punita una frase carica di ignoranza; ora però bisogna pensare a come far crescere e tutelare lo sport femminile». Più sobria la reazione della capitana azzurra Patrizia Panico che ha definito «necessaria, quasi obbligatoria» la sfiducia di Belloli, sottolineando che è il momento di «avviare una fase di rinnovamento». Stesso afflato che si coglie nel comunicato di Assist, l’Associazione Nazionale Atlete, che a settembre organizzerà a Roma «il Meeting Nazionale dello Sport Femminile, giornata il cui obiettivo sarà dare voce ad atlete, dirigenti, allenatori e allenatrici» per fare il punto «sulla situazione dello sport femminile in Italia e proporre soluzioni, evoluzioni e innovazioni non più rimandabili». Reazioni positive anche dalle donne della politica: la vice-presidente del Senato Valeria Fedeli parla di «atto dovuto», per la presidente della Camera Laura Boldrini «oggi le calciatrici italiane hanno segnato il gol più bello».
Per il dopo Belloli rimangono in pole position Carolina Morace (ex calciatrice oggi allenatrice) e Rosella Sensi, presidente della As Roma dal 2008 al 2010; due donne che, seppur sotto profili diversi, rispondono all’identikit ideale delineato da molte calciatrici. Fra queste Melania Gabbiadini, sorella di Manolo, attaccante del Napoli e primo calciatore a prendere parola sul caso Belloli (ieri anche Francesco Totti ha invocato «rispetto per le donne»): «Rosella può contare sull’esperienza maturata nel calcio maschile, Carolina ha un carattere forte e saprebbe come ottenere risultati per invertire la rotta».