Il governo rosso-viola ha approvato ieri in consiglio dei ministri la sua terza legge finanziaria. Ora tocca alle camere, ma la negoziazione più dura è stata quella che è durata fino a ieri mattina alle 6 fra i due soci di governo, socialisti e Unidas Podemos. Si tratta del budget più espansivo, con una spesa sociale record di 267 miliardi di euro (quest’anno erano poco meno di 250), che arrivano a 275 con i fondi europei, ma anche con il più grande aumento di spesa militare (+25%, pari a uno stanziamento totale per la difesa di più di 12 miliardi). La ministra delle finanze socialista María Jesús Montero ha cercato di ridimensionare l’impatto della misura più indigesta agli alleati dicendo che «gli impegni del presidente (con la Nato, ndr) si devono rispettare» e che quest’aumento non implica la diminuzione delle altre spese e che infine creeranno 23mila nuovi posti di lavoro. Secondo la ministra delle finanze, di questo passo per il 2027-2029 la Spagna sarà in grado di rispettare l’impegno di arrivare a una spesa militare del 2%, come esige la Nato.

A fronte a questo rospo amarissimo, il partito guidato da Ione Belarra, il cui dicastero (affari sociali) ha visto un aumento del 18% (a fronte di un aumento medio intorno 6% degli altri ministeri), ha ottenuto che «sei euro su dieci quest’anno sono per le spese sociali», come ha sottolineato la ministra delle finanze. Il ministero dell’uguaglianza, guidato dall’altra ministra viola Irene Montero aumenta i fondi del 14%. L’altro tema sensibilissimo per gli alleati viola è quello della legge sulla casa, punto di discussione l’anno scorso: la legge è ancora bloccata in parlamento, fra i socialisti che vogliono proteggere i proprietari e Podemos e gli alleati come Esquerra republicana che vorrebbero proteggere gli affittuari. Ma stavolta l’impegno degli alleati è per portare alle camere una legge sulla conciliazione familiare che preveda più permessi e aiuti per le famiglie. Podemos ha perso per ora la battaglia per portare il permesso di maternità (che ora in Spagna, grazie a questo governo, è identico per madri e padri) da quattro a sei mesi. D’altra parte, se tutte le misure arriveranno in porto, ci sarà un aumento dell’8,5% delle pensioni (quasi in linea con l’inflazione) e del 6,7% della spesa sanitaria (soprattutto per la medicina di base e le infrastrutture e la salute mentale). Del 6,6% è l’aumento per la scuola, mentre vengono estese le misure per gli aiuti su affitti e trasporto (che da settembre ha visto bonus per tutti gli utenti su media distanza e sui trasporti locali). Ci sarà anche un aumento degli stipendi per gli impiegati pubblici del 2,5% (con un possibile extra dell’1%), più l’aumento retroattivo dell’1,5% per l’anno in corso. Il governo prevede anche che l’inflazione continui lentamente a scendere e che la disoccupazione scenda sotto il 12% nel 2023: cosa che non avveniva dal 2008. Proprio per questo scenderà del 5% la partita destinata alla disoccupazione.

Ci sarà anche l’estensione del check bebè di 100 euro per tutte le madri con figli da 0 a 3 anni (finora era destinato solo alle donne lavoratrici) e la disoccupazione dopo sei mesi recupera una parte di quanto tagliato dai governi di Mariano Rajoy, e passa dal 50% al 60% di quanto percepito il primo mese. Anche il reddito di cittadinanza passerà da 579 a 600 euro. Le risorse per la ricerca aumentano del 23% e raggiunge i 16 miliardi.

Le previsioni macroeconomiche sono leggermente più rosee per questo 2022: una crescita del Pil del 4,4% invece che del 4,3%, ma vengono decisamente ridimensionate per il 2023: il 2,1% invece del 2,7%. Secondo il governo, il deficit dovrebbe scendere sotto il 3% entro il 2025, mentre il debito pubblico dovrebbe scendere al 112% nel 2023.