Si può aggiungere ben poco alle parole dei molti che ricordano Valentino in questi giorni, da punti di vista diversi, tutti componenti la sua figura densa di saperi e impegni diversi.

A me piace ricordare quel mescolarsi di utopia e scientificità che connotava le sue parole: l’utopia di un orizzonte possibile a cui tendere e che nessuno di noi avrebbe visto e vissuto, ma che non perdeva per questo la sua capacità di direzionare il nostro presente; la scientificità del suffragare tale prospettiva con dati e valutazioni economiche, fattuali, che richiamavano a praticare la ristrettezza del possibile.

Nella sintesi di queste due tensioni, Valentino ricomponeva anche situazioni difficili, conflittuali, posizioni apparentemente distanti: con ironia, con capacità di vivere, con il duplice sguardo alla volontà di pensare in alto e alla necessità di misurarsi con la concretezza delle contingenze.

Una capacità che non dovremmo mai perdere, riandando a quanto ci ha lasciato.

* Garante nazionale delle persone private della libertà