Il giorno dopo la lettera con cui il presidente Sergio Mattarella ha accompagnato la promulgazione del decreto Milleproroghe, lo storytelling di regime vuole che Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia fossero contrari alla proroga di un anno per tutti e la possibilità, in alcuni casi specifici, addirittura di un ulteriore rinvio fino al 2025 delle licenze dei balneari e abbiano dovuto subire dagli alleati di maggioranza la norma contestata dal Quirinale in nome delle direttive europee sulla concorrenza.

In realtà le organizzazioni dei balneari sono sempre state vicine se non monopolizzate da Fratelli d’Italia – basti pensare all’aggueritissima di Roma – mentre, sebbene sia sottaciuto dal mainstream, rimane l’immane conflitto d’interesse del ministro di Fratelli d’Italia per il Turismo: Daniela Santanché avrà anche rinunciato alla delega in materia, proverà anche a vendere le quote della sua società che controlla il Twiga ma è sempre con i balneari e non si ha notizia di una sua uscita dal consiglio dei ministri quando l’esecutivo deve decidere sulla questione, come almeno faceva Berlusconi quando si discuteva di tv.

Ecco dunque che la promessa di Giorgia Meloni di modificare la proroga – «attenzione e approfondimento» alla lettera presidenziale, recita il comunicato di Palazzo Chigi di venerdì – è credibile come l’attuale informazione sul governo dei tg Rai: zero.

La maggioranza continua a tirare in ballo l’ormai mitica «mappatura di tutte le aree demaniali», prevista però già dal governo Draghi nel 2022 e sempre allungata all’infinito.

Ieri l’esecutivo Meloni si è limitato a commenti stringenti. «Il governo terrà conto del richiamo del presidente Mattarella – ha detto il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto che dovrà trattare con la commissione di Bruxelles la patata bollente – . Lavoreremo in modo compatto per valutare le soluzioni migliori e più opportune», ha detto concluso, assai coinciso.
L’opposizione ha quindi la strada spianata nell’attaccare. «La pacchia continua per Santanchè, Briatore & c., che grazie al governo potranno continuare a sfruttare quasi gratis le nostre spiagge, lasciandoci anche le multe Ue da pagare. Questa cosa è talmente scandalosa che persino Mattarella ha estratto il cartellino giallo – denuncia il responsabile economia di Sinistra Italiana Giovanni Paglia – Ora il minimo è che si arrendano e facciano marcia indietro».

A credere alla propaganda di regime è invece Italia Viva che con Raffaella Paita rilancia la bontà di Fratelli d’Italia: «Il ministro Fitto sarà colui che seguirà il dossier Balneari con l’Europa: chiedo quindi che venga a riferire in aula al Senato al più presto esponendo la strategia che il governo intende seguire – fin qua tutto bene, ma poi arriva il capolavoro di Paita – se sarà portata avanti la linea di Lega e Forza Italia o quella di Fratelli d’Italia», convinta che «dalla destra ci si aspetterebbero politiche liberali», conclude Paita.

Sui rischi della procedura d’infrazione l’ex presidente del Consiglio di Stato e della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio prevede tempi stretti. «Sono anni che si ricorre a marchingegni di ogni tipo per rinviare, e di fatto disapplicare, la normativa europea. Il rischio di una procedura di infrazione è serio. E ci sono segnali forti di una pronuncia rapida, perché pende già una questione pregiudiziale davanti alla Corte di Giustizia Ue, che ha deciso la procedura accelerata. Il che prelude a una sentenza rapida e dall’esito facilmente prevedibile, visti i termini cristallini della questione».

I balneari comunque rimangono ottimisti. «Siamo convinti che questo governo ci voglia aiutare. Siccome hanno sempre detto che ci vogliono difendere, adesso devono essere concreti», dice convinto Mauro Vanni, presidente e di Confartigianato imprese demaniale di Rimini.