La Casa Internazionale delle donne di Roma non è al sicuro. Un luogo storico, il riferimento di oltre 30.000 donne che la visitano ogni anno e delle numerose associazioni che la fanno vivere, il punto di incontro, confronto culturale e politico, di crescita personale e professionale,l’archivio del femminismo, la sede di tante battaglie delle donne contro discriminazioni e violenze, è a rischio.
Ancora pende il rischio dello sfratto.
Ancora si avanza, da parte del Comune, la richiesta di un arretrato di oltre 800.000 euro. Eppure le donne che la animano hanno spiegato a noi, agli interlocutori istituzionali e a tutte/i coloro che hanno a cuore la sua esistenza, che la Casa ha pagato per tutti i 15 anni di gestione, buona parte del canone e ha sostenuto gli ingenti costi di manutenzione di cui uno stabile storico, quale è il complesso del Buon Pastore (un palazzo del 1660), necessita. Il tutto senza contributi e finanziamenti pubblici, solo con l’autofinanziamento, rendendo così fruibile per la città questo splendido luogo: aperto, frequentabile, pieno tutti i giorni di attività e di servizi a disposizione delle donne, in particolare di quelle con minori possibilità.
Sappiamo che la trattativa con il Comune è in corso, ma ci sembra troppo lenta e difficile. Gli amministratori del Campidoglio dicono che vogliono valorizzare la Casa, che la considerano un valore per la città.
Noi ci crediamo. Perché non dovremmo?
Sarebbe del tutto paradossale, che la prima sindaca donna della Capitale voglia passare alla storia per aver chiuso la Casa internazionale delle donne. Ci sentiamo in dovere di parlare perché «la Casa siamo tutte». Noi la frequentiamo, vediamo quanta passione, quanto lavoro, quanta fatica richiede ogni giorno quel luogo per restare aperto e disponibile.
Vorremmo un gesto di responsabilità e di generosità. Vorremmo che alle parole seguissero i fatti.
La Casa, le associazioni e le tantissime donne che la abitano e la rendono fruibile devono essere messe in sicurezza, devono poter continuare ad agire e progettare il futuro.
Per ottenere questo risultato, basterebbe applicare le leggi che consentono di concedere alla Casa Internazionale un canone gratuito, mettere a valore il ruolo sociale e culturale che la Casa svolge, riconoscere il pregio dell’opera di manutenzione e salvaguardia di un bene culturale della città e il prezioso contributo dei servizi che alla Casa le donne trovano e quindi anche ristrutturare il debito, a partire dal riconoscimento della sua reale entità.
La Casa rappresenta anche un pezzetto della nostra storia, del presente e del futuro nostri e della città. E’ uno dei simboli delle battaglie e delle vittorie delle donne e ci aiuta, con l’impegno quotidiano che vi si svolge, a costruire scelte, passi che restano da compiere per superare discriminazioni e diseguaglianze.
La casa siamo tutte. Tutte, anche Virginia Raggi.
Per firmare: indirizzo mail lacasasiamotutte@gmail.com

Ambra Angiolini, Lucia Annunziata, Asia Argento, Silvia Avallone, Laura Bispuri, Caterina Bonvicini, Valentina Carnelutti, Stefania Casini, Carlotta Cerquetti, Teresa Ciabatti, Gigliola Cinquetti, Chiara Civello, Francesca Comencini, Lella Costa, Maria Rosa Cutrufelli, Francesca D’Aloja, Serena Dandini, Marica Di Pierri, Ginevra Elkan, Iaia Forte, Ilaria Fraioli, Elena Giannini Belotti, Chiara Gamberale, Maria Grazia Giammarinaro, Emanuela Giordano, Valeria Golino, Laura Greco, Loredana Lipperini, Viola Lo Moro, Sarah Di Nella, Ria Lussi, Simonetta Lux, Barbara Leda Kenny, Francesca mancini, Dacia Maraini, Francesca Marciano, Giovanna Mezzogiorno, Rossella Milone, Michela Murgia, Olivia Musini, Silvia Neonato, Roberta Nicolai, Laura Paolucci, Valeria Parrella, Rita Pelusio, Cristina Petrucci, Barbara Piccolo, Renata Rampazzi, Norma Rangeri, Alba Rohrwacher, Evelina Santangelo, Alessandra Sarchi, Bia Sarasini, Luisella Seveso, Grazia Scuccimarra, Tosca, Tiziana Triana, Jasmine Trinca, Chiara Valentini, Chiara Valerio, Maddalena Vianello

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SCHEDA

L’ultimo numero di «dwf» per la Casa internazionale delle donne di Roma

Verrà presentato oggi a Roma nell’ambito di «Feminism, fiera dell’editoria delle donne» (alle 15.30, in via della Lungara, sala Tosi) l’ultimo numero della rivista «dwf» i cui ricavati andranno a sostegno della Casa internazionale delle donne che in questi mesi affrontano una delicata trattativa con il Comune capitolino riguardante l’ipotesi di sfratto. «È la nostra storia – si legge nel breve documento di aprtura – e il nostro presente.
Per tutte, la Casa delle Donne di Roma rappresenta, con la sua ricchezza e i suoi limiti, molta parte del femminismo romano. Un femminismo di cui ci prendiamo la responsabilità dentro e fuori le nostre vite ogni giorno». Anche questo giornale, lo scorso novembre, ha promosso una iniziativa di sostegno in tal senso perché il tema riguarda tutte e tutti.